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Mps, proroga a fine ’22? Mef a caccia di partner dopo stop Unicredit

Per il Monte dei Paschi di Siena si profilano settimane di passione dopo che colosso bancario milanese non sembra più intenzionato a rilevarne l'attività

Potrebbe scattare una proroga europea fino alla fine del 2022 perché lo Stato italiano possa cedere la maggioranza pubblica di Mps, il Monte dei Paschi di Siena, ovvero la banca più antica del mondo. Lo scrive La Stampa, secondo cui al ministero del Tesoro si respira ottimismo. La proroga sarà fondamentale al fine di realizzare un aumento di capitaleprivato o pubblico“, spiega il quotidiano torinese. Il tutto avviene dopo il sostanziale ritiro di Unicredit dalla trattativa col Tesoro. Il colosso milanese del credito non acquisirà Mps, come invece sembrava possibile fino a poco tempo fa.

Unicredit lascia, la reazione dei mercati

La notizia del nulla di fatto tra Unicredit e Monte Paschi agita intanto i mercati. Come prevedibile, a Piazza Affari Mps ha aperto in forte calo (-2,9%), dopo lo stop del negoziato. Andamento positivo invece per Banco Bpm (+3%), indicata dagli analisti come la possibile preda di Unicredit dopo lo stop all’acquisizione della banca senese. Ma che cosa è successo? Mef (Ministero economia e finanze) e Unicredit non lo spiegano. “Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti – si legge in una nota congiunta – UniCredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena“.

Mps, un piano stand-alone?

Naufragata la trattativa con Unicredit, per il Monte dei Paschi di Siena il Tesoro deve guardare a piani alternativi. Tra le ipotesi che circolano in ambienti finanziari quelle di un piano stand-alone, cioè un progetto in cui Mps ‘se la cava’ da sola. Nella sostanza, una segmentazione del perimetro ma non uno ‘spezzatino’ della banca. Il Mef – che di Monte Paschi controlla il 64% – deve uscire dalla compagine bancaria, con la chiusura del bilancio di quest’anno. Lo impongono gli impegni presi con Bruxelles. Se però la Commissione europea dovesse concedere una proroga di 6-12 mesi, le cose cambierebbero.

“Daniele Franco riferisca su Mps”

Nel frattempo Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso, presidenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, chiedono che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, riferisca sulla vicenda. La Lega attacca: “Che soluzioni suggerisce per Mps Enrico Letta, eletto nel collegio di Siena? Mesi, anni, miliardi e posti di lavoro persi per colpa del Pd“. Da Fazio a Che Tempo Che Fa, il segretario dem ha replicato subito. “L’impressione è che Unicredit pensava di partecipare a una svendita – ha dichiarato – e invece il ministero del Tesoro è stato assolutamente corretto. “Ora c’è bisogno di avere più tempo nel rapporto con l’Europa. Le nuove opzioni attuino i punti affermati da Franco: unità della banca e del marchio e salvaguardia del territorio. Secondo me ci saranno altre opzioni, sono sicuro“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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