Maradona: nella vita e sul campo il più sublime giocatore alla mancina
La provocazione di un campione che ha vissuto e giocato "al contrario di come si deve fare"
“Giocò, vinse, pisciò, fu sconfitto… giudicarlo era facile, ed era facile condannarlo, ma non risultava altrettanto facile dimenticare che Maradona continuava a commettere, da molti anni, il peccato di essere il migliore, il delitto di denunciare a viva voce le cose che il potere ordina di tacere e il crimine di giocare alla mancina, che secondo il Piccolo Larousse illustrato significa con la sinistra e significa pure al contrario di come si deve fare“. Forse nessuno come lo scrittore uruguagio Eduardo Galeano ha saputo raccontare Diego Armando Maradona: il suo essere “tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello“. Come ha scritto il prima persona el Pibe de Oro in Palla lunga e pedalare. Quella forza magnetica, innaturale che ti incolla(va) davanti alle immagini in cui ride, scherza, tocca la palla. Anche quando parla(va) seduto in un salotto televisivo ho sempre avuto la sensazione che sarebbe arrivato un pallone da chissà dove, lo avrebbe domato, e avremmo visto una magia.
Oggi, nel 1960, nasceva il più grande.⁰Buon compleanno, Diego!#Maradona 1960 – ♾
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) October 30, 2021
Come Maradona nessuno mai, nessuno più
Oggi volta che un giocatore – specie se Sudamericano – si afferma con giocate straordinarie torna il tormentone del GOAT che è l’acronimo di Greatest Of All Time. Ma è davvero difficile inserire e paragonare Maradona a chiunque, anche con Messi che come lui è argentino, che come lui fa enormi magie con i piedi, che come lui ha un fisico che solo la parola pequeno alla spagnola rende. Che non è piccolo solo, non è poco… è altro.
Maradona è tutto il calcio nel suo complesso dentro e fuori dal campo, è il giocatore che condensa gli opposti, il riscatto del sud del mondo (da orgoglioso argentino) – con Napoli come seconda patria – l’unico capace di far sembrare “possibile” tutto quel che faceva su un campo di calcio, quando come sosteneva Jorge Valdano “era perfettamente irragionevole“.
Gli altri giocano a calcio, da campioni incredibili – parlo di Pelé, Cruijff, Van Basten, Ronaldo (il brasiliano), Beckenbauer, Baggio, Rivera … – Maradona è il calcio. Perché non è solo calcio, è la mano de dios, che combatte per la sua Argentina contro gli inglesi. E’ lo sfrontato che nel 1985 dopo aver assistito alla messa in Vaticano ha dichiarato di aver litigato con il Papa: “ho visto i tetti d’oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa”.
La scomparsa che priva il calcio della sua “denuncia”
La morte è avvenuta il 25 novembre del 2020 in maniera terribile. Il grande campione è apparso solo e abbandonato. C’è un’indagine in corso, per le cure mediche – sbagliate e insufficienti – che sembrerebbero averne accelerato la fine, togliendo al calcio, ai tifosi, al mondo colui che non ha mai smesso il suo schietto modo di denunciare le cose che non andavano. La sua difesa dei più deboli, come un supereroe. Come in quell’immagine che si diffuse istantanea – e che torna oggi in rete per l’anniversario del suo compleanno – quel brutto 25 novembre in cui forse Dio ha richiamato a sé la sua mano e il suo piede sinistro.
I veri supereroi non muoiono mai..
Smettono solo di indossare il loro costume.. #d10s #Maradona #diegomaradona pic.twitter.com/tp3JeUYPgg— Alessandro Anaclerio (@alex_anaclerio) November 25, 2020
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