“La decisione del Ministero dell’Interno francese di vietare in via precauzionale la trasferta nella città di Marsiglia ai tifosi della Lazio non sorprende”. Da un lato stempera le polemiche la nota della Società Sportiva Lazio ricordando quanto la cosa sia “in linea con quanto già deciso dalle Autorità italiane nella partita d’andata.
A stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni (di cui è stata data notizia anche sui tg nazionali)”.
Spiega poi il comunicato stampa come “la Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa”. Poi ricorda di aver “combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi”.
Si affida ad una nota molto dura uscita nel tardo pomeriggio di ieri la S. S. Lazio per protestare. Non tanto sulla decisione di inibire la partita di giovedì sera, valida per la fase a gironi dell’Europa League, contro l’Olympique, quanto per le motivazioni addotte.
La decisione del Ministero dell’Interno e l’appello della Lazio alla diplomazia
Sarebbe il “comportamento violento di certi gruppi di tifosi della Lazio, che regolarmente creano problemi nei centri cittadini e nei dintorni degli stadi dove si gioca” ad aver convinto il governo francese. In particolare è il Ministro degli Interni, Gerald Darmanin, che ha firmato l’ordinanza che vieta ai supporter biancocelesti di recarsi a Marsiglia. Ha disposto che la partita sia irraggiungibile “con ogni mezzo” e attraverso “ogni punto di frontiera francese, stradale, portuale, ferroviario e aeroportuale”. Come pure per chi già fosse in Francia.
Proprio nella città francese si sono verificati degli incidenti, con 32 feriti (quasi tutti poliziotti) e 5 arresti, lo scorso 30 settembre per la partita con il Galatasaray. Anche nella gara di andata – finita 0 a 0 all’Olimpico lo scorso 21 ottobre – ai tifosi dell’Olympique era stata vietata la trasferta nella Capitale.
Ma sulla tifoseria laziale pesa secondo le autorità francesi “l’abitudine di intonare canti fascisti e di fare il saluto nazista“. Su questo chiosa il comunicato stampa della società biancoceleste invocando l’intervento della diplomazia italiana: “Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere“.
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