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Giro di vite sui cortei No Pass: “Fuori dai centri storici”

Nuove regole del Viminale a un mese dall'assalto alla sede della Cgil. Esplode il conflitto tra il diritto a manifestare e quello alla salute pubblica

Cambiano drasticamente in Italia le regole per poter manifestare in tempi di Green Pass e pandemia. Dopo manifestazioni No Pass non autorizzate, cortei lungo percorsi non concordati con la questura, disagi, tensioni e violenza – come nel caso dell’assalto alla Cgil a Roma il 9 ottobre – il Viminale impone restrizioni. D’ora in avanti niente più sfilate lungo le vie e le piazze dei luoghi più visibili ma soltanto sit-in in luoghi lontani dai centri storici. Ad anticipare la notizia è il Corriere della Sera.

Cortei No Pass, nuove regole

Le norme per manifestare entreranno in vigore già da questo fine settimana. La direttiva è arrivata dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha dettato la linea a prefetti e questori. Una stretta ritenuta indispensabile dal Viminale di fronte alle tensioni che si sono avute ai cortei No Pass. L’obiettivo è quello di “garantire i diritti di chi dissente proteggendo però le attività economiche e la salute dei cittadini“. Non potranno più esserci, quindi, cortei che attraversino i centri storici cittadini e le strade dove sono collocate le attività commerciali. I manifestanti “dovranno stare lontano dagli obiettivi sensibili e – a meno di particolari esigenze e garanzie – potranno organizzare soltanto sit-in”. La linea entrerà in vigore già a partire da sabato 13 novembre, giorno in cui a Gorizia è prevista la manifestazione dei No Green Pass.

Covid, proroga dell’emergenza

In Italia, intanto, come in gran parte d’Europa, malgrado il Green Pass tornano a salire tutte le curve dell’epidemia di Covid. Aumentano i casi positivi, così come i decessi e i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Il numero complessivo dei casi positivi si avvicina a 100mila. Il Governo Draghi vuole accelerare sulla terza dose del vaccino, così come sui farmaci anti Covid. È in corso, inoltre, una riflessione sulla proroga dello stato di emergenza. Per il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, si tratta di un fatto “probabile, considerata la recrudescenza del virus“. E anche perché “ci troveremo in pieno inverno“.

Italia e Spagna, pandemia più lenta

Un’allerta ribadita anche da Roberto Speranza. “Guai a ritenere che ne siamo fuori“, ha detto il ministro della Salute, pensando alla pandemia e alle regole sul Green Pass. In questa fase non si può abbassare la guardia – è la linea del Governo Draghi – ma bisogna restare ancorati ai dati. E quindi, confermano fonti dell’esecutivo, anche per le valutazioni sulla proroga dello stato d’emergenza saranno i numeri a guidare le scelte. Cautela ma non drammatizzazione anche perché, si ricorda, sono sempre i dati a collocare l’Italia – insieme alla Spagna – tra i Paesi con la crescita meno rapida di casi.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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