Meghan Markle e la causa contro l’editore: un cavillo potrebbe ribaltare la sentenza
Il team legale della Associated Newspapers Limited ha chiesto al corte di rivedere il giudizio emesso
Meghan Markle ha citato con successo la Associated Newspapers Limited, che pubblica il Daily Mail, il MailOnline ed il Mail on Sunday, per aver pubblicato parti di una lettera che ha scritto al padre Thomas Markle. La vicenda si trascina per i tribunali da oramai 3 anni ed oggi è prevista la sentenza definitiva dell’Alta Corte, che potrà accogliere o respingere l’appello dell’editore.
L’editore si appella ad un cavillo per ribaltare la sentenza contro Meghan Markle
Anni fa l’editore Associated Newspapers Limited, ha pubblicato una serie di articoli basati su lettere che Meghan Markle aveva scritto a Thomas Markle. La duchessa di Sussex aveva citato l’editore in tribunale, ottenendo la ragione da parte del giudice dell’Alta Corte, che a febbraio ha affermato che la lettera scritta a mano era “personale e privata” e la pubblicazione era “manifestamente eccessiva e quindi illegale“. La sentenza obbligava anche le testate coinvolte a stampare una dichiarazione in prima pagina che riconoscesse la vittoria della Markle. Ma nella giornata di martedì, gli avvocati degli editori hanno presentato la lettera in cui si chiede di rivedere il giudizio espresso. “Abbiamo letto la sentenza come un’accettazione implicita del fatto che la lettera fosse stata concepita come una comunicazione intima solo per gli occhi di suo padre“, ha scritto l’avvocato Andrew Caldecott. Ma la stessa idea sarebbe “falsa sulla base di nuove prove”.
Il dettaglio che potrebbe cambiare il finale della battaglia legale
Secondo quanto dichiarato dall’avvocato degli editori, infatti, la lettera sarebbe stata “realizzata specificamente con il potenziale di consumo pubblico in mente, perché il ricorrente ha apprezzato che il signor Markle potesse divulgarla ai media“. Oltre alla volontà implicita della pubblicazione, inoltre, il team legale rimprovera anche l’accusa di violazione della privacy. Oltre alla rivendicazione della privacy, Meghan Markle ha fatto causa con successo per violazione del diritto d’autore e violazione della protezione dei dati.
Ma gli avvocati hanno ribadito che avrebbe scritto le lettere con un “aiutante di Palazzo”. I legali, infatti, stanno discutendo su un cavillo. Sostengono che l’ex aiutante Jason Knauf sia stato il coautore della lettera di Meghan. Se dimostrato, ciò significherebbe che la lettera appartiene alla Corona e lei non ne possiede il copyright. La decisione dell’Alta Corte, dunque, potrebbe riaprire il caso o concluderlo per sempre. Se a vincere fosse la Markle, la causa in tribunale finirebbe per sempre. Al contrario, il caso sarebbe rinviato a un processo in cui la stessa Meghan dovrebbe testimoniare e affrontare l’interrogatorio degli avvocati.
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