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Bielorussia, la Lettonia alza un muro contro i migranti ai confini della Ue

Dopo la Polonia anche lo Stato baltico ha deciso di erigere una barriera per impedire l'ingresso ai migranti "scortati" dalle guardie di Lukashenko

Con 72 voti a favore su 100, il Saeima, il Parlamento dello Stato baltico della Lettonia, ha approvato una legge speciale. Obiettivo: costruire rapidamente un muro al confine con al Bielorussia. Quest’ultimo paese, in cui vige il regime autoritario del dittatore Alexander Lukashenko, è al centro delle cronache internazionali di questi giorni. I suoi militari scortano nella boscaglia masse di centinaia di migranti provenienti dal Sud del mondo (Siria, Afghanistan, Iraq in particolare), spingendoli a varcare il confine della Polonia. Che è poi quell’orientale dell’Unione europea.

Bielorussia, i migranti al confine

Lo scorso agosto le autorità lettoni avevano dichiarato lo stato d’emergenza a causa dell’aumento degli arrivi dei migranti dalla Bielorussia. Ma da domenica 7 novembre, il regime di Minsk ha alzato il livello dello scontro con la Ue. A seguito delle sanzioni che da tempo Bruxelles ha varato contro la Bielorussia – uno Stato legato a doppio filo con la Russia di Putin – Lukashenko ha fatto ammassare circa 2mila, fra uomini, donne e bambini, nei pressi del confine polacco.

Lo scontro con la Polonia

Lo scontro con Varsavia è ormai al calor bianco. Le autorità polacche hanno diffuso da giorni immagini della folla spinta lungo la barriera al confine fra i due Stati. Si tratta di foto e video che, di fatto, confermano come i profughi, dapprima accolti dalla Bielorussia, siano poi usati da Minsk come un’arma ‘non convenzionale’. Una forma di pressione sull’Europa, assieme alla minaccia di bloccare le forniture di gas naturale per l’inverno, che Lukashenko agita per indurre la Ue a eliminare le sanzioni economiche.

“La Ue inasprisca le sanzioni” 

In un’intervista apparsa oggi sul sito della RSI (Radiotelevisione svizzera) parla l’ex-ministro della Cultura della Bielorussia, Pavel Latushka. Si tratta di uno dei leader dell’opposizione al governo di Minsk, in esilio a Varsavia. “L’Unione Europea non si mostri debole – dice Latushka – e imponga sanzioni più pesanti contro Lukashenko“. Per l’ex ministro, il leader bielorusso “va incriminato da un tribunale internazionale“.

Cosa può succedere adesso

Lukashenko organizzerà campi di rifugiati vicino ai confini di Polonia, Lituania e forse Lettonia – dichiara ancora Latushka a Emiliano Bos di RSI – Sarà uno strumento della sua propaganda. Manderà video e foto dal confine per mostrare come sarà la situazione difficile in cui vivono. Li aiuterà a sopravvivere. Vuole avviare negoziati per interrompere le sanzioni e il suo isolamento politico. In assenza di risultati, accumulerà migliaia di migranti, che intanto continuano ad arrivare a Minsk da ovunque. Il ministro dell’interno ha detto: invitiamo qui tutti i migranti!“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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