“Interviste in doppio petto” prosegue il suo viaggio e approda rigorosamente indossando appunto “una giacca in doppio petto” in maglia, simbolo supremo per Mirco Giovannini dell’eleganza. Questa volta la chiacchierata intorno alla storia della moda si focalizza sull’accessorio per eccellenza, quello che rende tutto davvero fashion: le scarpe. E con chi parlarne se non con Giuseppe Zanotti. Colui che ha creato per tutte (e tutti) le fashion addicted modelli tra i più iconici: in fondo Kennet Cole ha dichiarato che “le donne si innamorano sette volte in un anno, sei di queste sono per le scarpe“. Per questo noi di VelvetMAG siamo andati a curiosare nell’atelier dove nascono creazioni “per i piedi” da far perdere la testa.
Intervista “in doppio petto” a Giuseppe Zanotti
Per chi nasce a San Mauro Pascoli è scritto nel destino diventare qualcuno nel mondo calzaturiero?
Diciamo che se sei una persona creativa, come lo ero io, è facile che questo territorio ti porti ad esprimere la tua creatività nel mondo della calzatura. Io sono capitato nell’industria calzaturiera quasi per caso, verso la fine degli Anni ’70. Mi ero sempre interessato alla musica e al disegno, ma le scarpe non mi piacevano particolarmente finché un lavoro estivo mi portò a scoprire la mia passione.
Fu un’esperienza avvincente che mi fece subito intuire che c’era bisogno di un prodotto veramente moderno. In quel periodo cresceva in Italia la cultura della discoteca e le persone sperimentavano molto con l’abbigliamento. La prima linea di scarpe che ho disegnato era per una creatura della notte: una giovane donna amante del divertimento e della musica che voleva sentirsi sexy e ribelle senza essere troppo sfacciata. Fu un successo immediato.
Raccontaci la tua prima esperienza nel settore: il primissimo calzaturificio veramente tuo. Nonostante fosse il primo di lì a poco nel 1994 arrivi subito con la prima collezione ad una presentazione internazionale a New York?
Il 1994 è stato per me un anno chiave. In quell’anno decido di acquistare l’azienda calzaturiera Vicini di San Mauro Pascoli per lanciare una collezione tutta mia, con il mio nome. Nello stesso anno presento la mia prima collezione al Plaza Hotel di New York: in una suite allestisco uno showroom improvvisato e i buyer americani accolgono subito con favore la mia collezione ultra-femminile. In quel periodo ero poco propenso a confrontarmi con il mercato italiano. E la decisione di presentare la mia prima collezione personale all’estero si è rivelata vincente.
Torniamo al momento dell’apertura della prima boutique e raccontaci come si è diffuso il marchio Giuseppe Zanotti nel mondo della moda.
Dopo il lancio a NY, il mio nuovo marchio, grazie anche all’approccio anticonvenzionale e al design iper-femminile, conquista subito molti consensi, diventando un punto di riferimento per la comunità di Hollywood. Prima della fine del decennio apro il mio showroom a Milano in via Montenapoleone, e successivamente nel cuore di New York sulla Madison Avenue. Nei primi Anni 2000 diverse star internazionali come Madonna, Beyoncé, Jennifer Lopez, Penelope Cruz e Charlize Theron indossano le mie creazioni e nel 2000 arrivo ad aprire il mio primo negozio monomarca Giuseppe Zanotti in Via Montenapoleone a Milano a cui seguono negli anni successivi le aperture in altre capitali della moda tra cui New York, Parigi, Londra, Mosca, Dubai, Hong Kong.
Giuseppe Zanotti è Designer dell’anno per tre volte, 2000, 2007 e 2009, ma quanta parte del tuo primissimo lavoro da DJ, nella riviera romagnola, ha alimentato con ispirazioni eclettiche e d’avanguardia la tua innata creatività?
Sicuramente tantissimo. La musica è tuttora un’importante fonte d’ispirazione per me. Creare una collezione è come comporre una playlist: ogni scarpa e ogni brano vanno inseriti al posto giusto per creare un effetto armonico. Amo molto viaggiare tra passato e presente e tra vari artisti e vari stili. Oggi ascolto i classici, ma anche la musica street contemporanea.
Raccontaci delle collaborazioni più importanti e dei marchi per cui hai creato le tue calzature e come si è evoluta la scarpa Zanotti
Negli anni ho avuto la fortuna di collaborare con diversi stilisti, da Ferré a Valentino, Alaïa, Dior, Cavalli, Balmain, Mugler e altri ancora. Con tutti ho sempre avuto un dialogo molto aperto e arricchente.
Certamente nel tempo i momenti di evoluzione e rivoluzione non sono mancati. Nasco con la scarpa elegante, per anni ho collaborato con le più grandi maison di moda, 10 anni fa ho lanciato le sneaker couture con Kanye West e oggi sto lanciando una collaborazione completamente nuova con un artista che viene dal mondo dello skate…
Tutte queste esperienze e contaminazioni hanno contribuito alla mia formazione, hanno accresciuto il mio bagaglio di conoscenze e sicuramente influiscono sul mio modo di disegnare e concepire la scarpa stagione dopo stagione, rimanendo però sempre fedele al mio DNA.
Passiamo invece al fronte star: di chi vai più fiero abbia indossato le creazioni Giuseppa Zanotti?
Per me è sempre un’emozione vedere le mie creazioni ai piedi di donne di successo. E la cosa che mi rende più orgoglioso è sapere che queste star non indossano le mie scarpe solo durante i red carpet, ma anche nella loro vita privata. Di recente, ad esempio, ho realizzato le scarpe su misura per il matrimonio di Ariana Grande. È questa la parte più bella del nostro lavoro: lavoriamo con la persona, non con il personaggio.
Nel 2010 vinci il Marie Claire Prix d’Excellence de la Mode. Ed è anche un anno di svolta: la tua prima linea di gioielli e poi l’allargamento alla produzione di scarpe maschili.
Sì, il 2010 è un anno di svolta, soprattutto grazie all’introduzione della linea maschile e in particolare della linea di sneaker, già citata, che oggi rappresenta una fetta importante del fatturato.
E di poco tempo fa l’annuncio della capsule streetwear con Evan Mock. Una novità assoluta, raccontacela parlando dei tuoi progetti futuri
Parlare alle nuove generazioni non è mai facile. Spesso, il loro obiettivo è quello di smontare i dogmi che hanno sorretto lo status quo fino a quel momento, proponendo un nuovo sistema di valori, costumi e priorità. E anche il vocabolario estetico cambia di pari passo proponendo nuove definizioni di ciò che può essere considerato bello, di lusso e interessante.
L’unico modo per poter comprendere i nuovi linguaggi e restare al passo con le nuove generazioni è anzitutto ascoltare le voci di chi ne fa parte, collaborando direttamente con insider e protagonisti parte del movimento. Ed è proprio con questa voglia di parlare alle nuove generazioni che ho deciso di collaborare con Evan Mock.
Ci siamo conosciuti per la prima volta a Milano, ad inizio 2020, durante una mia presentazione stampa, nel mio showroom. Da subito ho realizzato di avere in comune lo stesso spirito anticonformista e da quel momento abbiamo iniziato a collaborare a vari progetti, fino ad arrivare al lancio di questa capsule. Evan è una forza creativa. Ha un suo senso distintivo dello stile che parla ai giovani in modo naturale, senza alcuna forzatura. Dall’unione della sua life experience di artista a cavallo tra spettacolo e strada e del mio know-how sul prodotto è nato un progetto fresco e autentico.
Progetti per il futuro del marchio Giuseppe Zanotti?
Sicuramente sarà molto interessante, stimolante e ricco di nuove contaminazioni creative.
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