Quando nella vita hai fatto qualcosa di grande, che ha conquistato il mondo, che ti ha permesso di diventare un idolo tra le generazioni, un’ispirazione per i giovani, un orgoglio e un degno avversario per i colleghi, un addio non sarà mai veramente un addio. Da quando Valentino Rossi, lo scorso 5 agosto 2021, ha comunicato il suo addio alla Moto GP è stato difficile pensare che The Doctor avesse deciso di appendere il suo casco al chiodo definitivamente. Del resto, il Moto GP degli ultimi decenni porta il nome del ‘numero 46‘, non solo per i tifosi, ma anche per chi di moto ‘ci capisce poco’ ma ha sempre capito che il Dottore di Urbino sulle due ruote è sempre stato speciale.

Un ciclo che si chiude a Valencia con l’ultimo Moto GP del 2021 e l’ultima gara assoluta di Valentino Rossi; dopo la grande festa al Circuito di Misano, dove il Dottore ha corso per l’ultima volta in Italia, adesso arriva l’emozione finale. 9 titoli mondiali, e 199 podi per il pilota più titolato del motociclismo mondiale; una leggenda vivente che, nel suo addio alle corse, lascia il ricordo di chi lo ammirato e continuerà a farlo anche dopo il rush finale in sella alla sua Yamaha.

Valentino Rossi e la sua storia con le moto

Valentino Rossi sale la prima volta su una mota a 16 anni; l’esordio nel campionato del mondo avviene nel 1996 nella classe 125. È la pole position nel Gran Premio della Repubblica Ceca a regalare la prima vittoria al Dottore in un’ascesa al trionfo che non si arresterà per tanti degli anni a venire. A partire dal 1998, corre nella classe 250 e nel 1999 The Doctor conquista il campionato. Nove GP con l’Aprilia, prima dell’esordio nel Moto GP che all’epoca si chiamava ancora 500. Poco più che ventenne Valentino Rossi è già un idolo; un successo dopo l’altro consacrano il giovanotto d’Urbino come colui che, in qualche modo, ha riscritto le carte del Moto Mondiale, riuscendo a ricreare passione attorno ad uno sport quasi dimenticato.

Dimostra la sua passione per le moto su ogni pista e la pista ‘gli risponde con entusiasmo’; dopo tre stagioni con la Honda e un campionato nel quale ha collezionato il podio in tutte le gare, compie un gesto estremo: rifiuta il rinnovo della casa giapponese, perché non si sente abbastanza apprezzato e quotato e passa alla rivale Yamaha. Un passaggio che segna la storia del motociclismo mondiale; con la nuova scuderia giapponese Valentino Rossi firma un contratto che ha il sapore di una vera e propria ‘alleanza‘. È il Dottore il pilota che sta in testa a tutti, il ‘numero 46’ che sfida Max Biaggi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez portando a casa risultati sorprendenti.

Dai trionfi alla maturità di un’icona

Podio dopo podio, Moto GP dopo Moto GP, Valentino Rossi si conferma un pilota di talento, ma anche una persona carismatica. Non sono solo le sue vittorie a renderlo un’icona, ma è anche il suo modo di fare che entra nel cuore della gente e continua a consacrarlo un idolo; questo nonostante qualche incertezza o increspatura nel suo brillante percorso da motociclista. La prima crisi con la Yamaha arriva nella stagione 2007; quell’anno il Dottore lascia le vittorie del campionato al compianto Nicky Hayden e all’australiano della Ducati, Casey Stoner. Dopo un 2008 più soddisfacente è il 2009 l’anno di The Doctor, che in sella alla Yamaha, ottiene il suo nono titolo mondiale confermandosi la leggenda e l’avversario da temere ed elogiare.

Un evento drammatico crea uno squarcio importante nella carriera e soprattutto nella vita personale del pilota; è il 23 ottobre del 2011 quando a Sepang, il collega e amico Marco Simoncelli perde la vita. Un incidente tragico che vede Valentino Rossi coinvolto in prima persona; dopo aver perso il controllo della sua Honda, nel tentativo di rimanere in sella, Simoncelli sterza a destra ma scivola e viene travolto dai piloti che lo seguono: Colin Edward e Valentino Rossi. Il dolore è talmente forte che in tanti pensano possa segnare l’addio alle corse per il Dottore; tuttavia, forse spinto proprio dal ricordo dell’amico, dopo due anni Valentino ritorna in Yamaha con una rimonta straordinaria; non vince, al suo posto il titolo sarà guadagnato da Lorenzo, ma The Doctor torna con tutta la sua grinta, anche se in una veste più matura.

Un addio che non sarà mai un addio

Nelle stagioni successive, il Dottore è un pilota responsabile, maturo, cosciente della pista e consapevole delle gioie e dolori che essa sa e può regalare; è sempre forte, entusiasta, ma oggi gioca e corre di testa. E fino alla sua ultima emozionante gara a Valencia in Moto GP niente e nessuno potrà mai togliere la dignità che un idolo, come il numero 46 si è meritato in pista. Una grandezza che lo rende un campione eterno di quelli che il titolo lo hanno guadagnato per la vita. Un onore che anche la Dorna, la società proprietaria dei diritti Moto GP, gli ha riconosciuto; in occasione della conferenza stampa per l’ultima gara a Valencia, per il pilota uno shooting fra le moto con cui ha vinto il Mondiale.

Vedere insieme tutte le moto con cui ho vinto il Mondiale è commovente, mi fa pensare a tutta la strada fatta“. Un’emozione grande quella espressa dal Dottore, che in conferenza stampa non nasconde la sua soddisfazione e la sua gioia più grande. “In questi anni in cui sono sceso in pista, tanta gente si è interessata al motociclismo per me, e questo sport è diventato più famoso e seguito. Tra noi piloti si parla della gara, ma essere stato un’icona è quel che mi resta di più bello delle mia carriera“. Difficile contenere l’emozione quando Valentino Rossi correrà per l’ultima volta sulla sua Yamaha nel circuito di Valencia; e per parafrasare Max Biaggi che, come si legge sulla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato “Con Vale si ritira una parte di me“, non nascondiamo che sicuramente con Vale si ritira anche una parte di noi.

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