Dal ministro della Salute, Roberto Speranza, dati e cifre sulla terza dose di vaccino anti Covid in Italia. Mentre le prime dosi a chi ancora non aveva fatto la vaccinazione sono ferme al palo, avanzano a passo spedito i richiami booster. “Questa fase è particolarmente interessante, abbiamo sfide da affrontare. Oggi c’è la sfida del Covid e non dobbiamo abbassare l’attenzione” ha detto Speranza a un convegno della Fondazione Italia in salute.

Vaccino Covid: l’84% degli italiani con 2 dosi

Questa mattina (16 novembre, ndr.) siamo all’86,79% di vaccinati con la prima dose e a oltre l’84% di vaccinati con due dosi. Sono 3 milioni e 120 mila le persone che hanno avuto la terza dose. Ieri ci sono state 18mila prime dosi, dobbiamo insistere. Negli ultimi giorni abbiamo fatto circa 130 mila richiami (terza dose, ndr.) al giorno“.

“Serve una sanità sovranazionale”

Speranza ha poi sottolineato la trasformazione in atto, causata dallo scoppio della pandemia di Covid, per quanto riguarda le politiche sanitarie. “Le politiche per la salute non possono più essere considerate politiche nazionali” ha detto. “Ma hanno bisogno di scelte che non possono che essere sovranazionali. Serve più coordinamento europeo. Gli stati nazionali devono avere il coraggio di cedere pezzi di sovranità, tra le lezioni di questi mesi c’è questa. Dobbiamo rafforzare Ema. Altra lezione del Covid è che dobbiamo investire di più nei nostri servizi sanitari nazionali“.

Green Pass e contagi, cosa ci aspetta

L’innalzamento della curva dei contagi Covid e la necessità di spingere sulla somministrazione della terza dose di vaccino alimentano intanto il dibattito sulla durata del Green Pass per recarsi al lavoro, partecipare a eventi, frequentare locali, usufruire dei trasporti pubblici. Come è noto, di recente il Governo l’ha estesa da 9 a un anno. “Al momento, la validità resta di 12 mesi ma il Governo monitora l’andamento dei contagi” ha detto la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. “La riflessione è in corso” le ha fatto eco il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che però ha aggiunto: “È ragionevole pensare a una riduzione della durata“.

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