Pinocchio: una favola che ha ancora tanto da raccontare
Oggi ad incarnare Pinocchio potrebbe essere un qualsiasi adolescente
Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, è stato uno scrittore e giornalista italiano, impresso nella nostra memoria collettiva grazie al suo celebre romanzo Le avventure di Pinocchio. La favola del burattino di legno che ha appassionato centinaia di generazioni e che è diventata parte integrante della nostra cultura popolare. Il potere delle grandi storie non è soltanto quello di venire tramandate, ma di rimanere sempre attuali e acquisire nel tempo nuove chiavi di lettura. Pinocchio è una di queste!
La favola del burattino che non voleva studiare e sognava il paese dei balocchi
Pinocchio, un po’ come Peter Pan, rifiuta il mondo degli adulti. Insegue solo il divertimento, considera tutto un gioco e ignora le conseguenze delle proprie azioni. Il suo mondo ideale è il paese dei balocchi, dove ogni cosa è concessa e non esistono responsabilità o obblighi, ma appunto solo feste e divertimenti. Inevitabilmente lo studio appariva noioso e inutile a Pinocchio, e in questo, il messaggio della favola di Collodi resta più attuale che mai.
Oggi assistiamo ad un aumento progressivo nel nostro Paese di quei ragazzi che non percepiscono più lo studio come essenziale per la propria crescita personale. Gli insegnamenti della scuola sono giudicati distanti dalla realtà e la cultura come sempre più obsoleta. Il paese dei balocchi inoltre non è poi cosi lontano o utopistico, se si pensa che i social ricreano molto spesso quella stessa illusione in cui cade vittima pinocchio: un mondo dove ogni cosa sembra facilmente raggiungibile, ogni giorno è sempre perfetto, e dove l’esistenza è interamente improntata al divertimento .
Pinocchio e i giovani di oggi
Oggi ad incarnare Pinocchio potrebbe essere un qualsiasi adolescente che si pone la domanda del perché studiare ad esempio se ha la possibilità di diventare l’influencer di domani? Perché studiare se esistono molteplici mestieri dove questo non è richiesto? Perché scegliere la strada più faticosa, perdere del tempo appresso ai libri, se esiste l’alternativa più facile e divertente?
La favola cerca di insegnarci che chi crede di aver raggiunto una grande conquista si ritrova in realtà la mattina dopo trasformato in un asino da soma. Ma aldilà di questa figura allegorica, che richiama ovviamente l’ignoranza a cui sarà costretto chi non legge e non studia, Collodi vuole insegnarci che a non voler fare sacrifici oggi, un domani quando sarà troppo tardi ce ne potremmo poi pentire. Un giorno potremmo capire, forse troppo tardi, il valore dello studio nella nostra vita, regalandoci magari più conoscenze e con esse la libertà di scegliere un impiego migliore e donarci un’esistenza più appagante e ricca.
La morale di Pinocchio: la cultura ci dona soprattutto la libertà di scegliere
Se all’inizio rinunciare ai libri per una vita più pratica e immediatamente appagante sembra essere una grande vittoria, a lungo andare ci si potrebbe rendere conto di sentirsi vuoti e di aver inseguito un triste miraggio. Pinocchio si rende conto alla fine della favola dell’errore commesso, dopo aver vissuto sulla propria pelle l’umiliazione di esser trattato come un asino da circo. A riprova di come nella vita, finita l’ebbrezza, alla fine il non sapere ci renda inevitabilmente schiavi e soprattutto dipendenti dall’intelligenza di qualcun altro.
Lucignolo e Pinocchio che si risvegliano asini la mattina dopo, perdono in quell’istante stesso l’occasione di poter essere migliori. Di essere loro a capo del circo e non invece gli asini, costretti senza alcuna alternativa a un’esistenza povera e di fatica. Studiare oggi significa soprattutto, dunque, darsi la possibilità di essere liberi un domani. Non precludersi l’occasione di poter diventare chiunque si desideri: il capo di un’attività, un genio della scienza, il premio Nobel del futuro. Pinocchio è quella favola che ha il potere di insegnare sempre qualcosa a tutti quei ragazzi che pensano di non aver niente da imparare.
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