Il 20 luglio del 1973 le televisioni di tutto il mondo annunciavano una grande perdita; Bruce Lee era morto. La notizia sconvolse tutti, anche oltreoceano, perché il ‘Piccolo Drago‘ era già una leggenda; in grado di imprimersi, nonostante la breve esistenza, nella mente di molti e in maniera indelebile. Conosciuto anche dalle generazioni che non l’hanno vissuto in prima persona, Bruce Lee era un attore, un produttore, un professionista indiscusso delle arti marziali, ma prima di tutto un uomo in grado di abbattere tanti stereotipi.

Bruce Lee e la rivoluzione nel cinema

Nasce il 27 novembre del 1940; figlio d’arte dell’attore e cantante locale Lee Hoi-chuen. Tuttavia, la carriera nel mondo del cinema di Bruce Lee si legherà più alle sue doti nel Kung fu e al suo spirito audace, che all’influenza del padre. Proprio attraverso le arti marziali, infatti, Bruce riesce ad imporre uno stile cinematografico rivoluzionario; l’attore vuole porre sotto l’attenzione di tutti, e per la prima volta, un eroe cinese. Si tratta di una figura nuova; un eroe capace di liberarsi dai cliché raziali che relegavano la figura dell’orientale a ruoli marginali o di servizio come il cameriere, l’autista o il facchino.

A consacrare l’attore come simbolo di potenza fisica e mentale furono i due film degli anni 1971 e 1972, The big boss e Fist of fury, diretti da Lo Wei. Dei due lungometraggi, forse, quello in cui è possibile comprendere in pieno la psicologia di Lee è il secondo; quello che abbiamo ribattezzato Dalla Cina con furore. Un film iconico che restituisce il modello rivoluzionario di cui Bruce Lee si fece promotore. Ambientata a Shangai nei primi anni del Novecento, la pellicola ripercorre il periodo dell’occupazione giapponese con l’assassinio del celebre maestro di kung fu Huo Yuanjia; nel film ad essere sgominati dal protagonista saranno un russo e una scuola di praticanti giapponesi di judo e jujitsu presso i quali i cinesi venivano appunto definiti “marionette dell’Asia“.

Un eroe contro gli stranieri

Altra pellicola di successo è The way of the dragon, conosciuto come L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente; film nel quale Lee batte diversi lottatori stranieri, tra cui il terribile campione americano Colt, interpretato da Chuck Norris, in un combattimento all’ultimo sangue tra le mura del Colosseo. L’eroe che batte lo straniero è elemento costante dei film di cui Bruce Lee è protagonista; i suoi personaggi riscattano l’orgoglio patriottico cinese, fino ad allora troppo spesso umiliato dall’oppressione straniera e dalle umili condizioni di vita.

Anche l’ultimo lavoro di Lee rappresenta un successo a livello mondiale: I tre dell’operazione drago; una pellicola che avrebbe dovuto consacrare l’attore verso una brillante carriera hollywoodiana stroncata a causa della morte a soli 33 anni. Bruce Lee fu trovato praticamente in coma nel letto di Betty Ting Pei, starlette di Hong Kong vicina alle Triadi e famigerata per i debiti di gioco; tuttavia, sulla prematura morte della star cinese aleggia ancora oggi un forte velo di mistero e l’ipotesi dell’omicidio non è esclusa. Ma nonostante tutto, oggi ci piace ricordare Bruce Lee come l’uomo in grado restituire una saggezza mista ad un vigore fisico che ha riscattato il suo popolo.

Bruce Lee nei videogame

A confermare l’eredità immortale lasciata da Bruce Lee, anche il fatto che oggi in molti videogame di successo proliferano citazioni alla celebre leggenda cinese. In Mortal kombat, ad esempio, il protagonista Liu –Kang è un cinese che colpisce imitando il miagolio di un gatto, proprio come Bruce. Nel videogame Tekken, uno dei più famosi della console Ps 1, 2, 3 i personaggi di Forest Law e del padre, sono spirati alla figura, alle movenze e alle espressioni verbali di Bruce Lee. Questi sono solo un paio tra gli esempi più suggestivi, ma il mondo dei videogiochi è pieno di riferimenti al ‘Piccolo Drago‘.

Basti pensare al fatto che Bruce Lee ha ispirato e continua ad ispirare i produttori di videogiochi, tanto che la sua eredità continua ad influenzare l’industria videoludica; molti sono i giochi che lo omaggiano direttamente come: Bruce Lee Lives, Bruce Lee: Quest of the Dragon, Bruce Lee: Return of the Legend. Un esempio concreto di come un mito possa restare indelebile nella storia. Una delle frasi più celebri di Bruce Lee recitava: “Noi non diveniamo, noi siamo. Non sforzatevi di divenire. Siate” e se per molti giovani Bruce Lee oggi ‘vive’ ancora attraverso i videogiochi, forse, è perché lui nella sua vita “è stato“, ed “è stato” tanto.

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