Covid, scuola in Dad al primo contagio. Mattarella: “Non abbassare la guardia”
Finora occorrevano 3 casi di positività ma la risalita dei contagi in Italia è troppo elevata. Richiamo del Capo dello Stato alla responsabilità di tutti
Appello del Presidente della Repubblica alla responsabilità collettiva per fermare il Covid. In un messaggio al presidente di Confartigianato Sergio Mattarella ha sottolineato che “la recrudescenza dei contagi ci ricorda di non abbassare la guardia“. Per il Capo dello Stato serve “la massima responsabilità nei comportamenti individuali e collettivi, per contrastare la circolazione del virus e non compromettere la libertà che abbiamo faticosamente riconquistato nella vita economica e sociale“.
Covid a scuola, basta un caso per la Dad
Il richiamo di Mattarella giunge non a caso all’indomani di una circolare ministeriale, firmata nella serata di ieri 29 novembre. Secondo anticipazioni di stampa, ministero della Salute e dell’Istruzione stabiliscono che le classi tornino in Dad (Didattica a distanza) appena si verifichi il primo caso di positività fra gli alunni o gli insegnanti. Finora l’asticella anti Covid era fissata ad almeno 3 casi. “Le scuole, nonostante le mille difficoltà e con uno smisurato carico di lavoro sulle spalle dei dirigenti e del personale, hanno retto” sostiene Antonello Giannelli, presidente dell’associazione dei Presidi. “Lo stesso non possiamo dire dei dipartimenti di prevenzione che non sono riusciti sin da subito a garantire la tempistica dei testing. E in molti casi non hanno applicato quelle procedure di tracciamento“. “Con l’aumento della pressione dovuta alla risalita dei casi le regole del protocollo sono saltate“.
“Troppi casi, tracciamento impossibile”
Il fatto è che, secondo i dati ministeriali, l’incidenza settimanale dei nuovi casi di positivi al Coronavirus è ancora in crescita. Le infezioni da Sars-CoV-2 che possono portare al Covid sono pari a 125 casi ogni 100mila abitanti. Il dato si riferisce al periodo 19-25 novembre. Nella circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, si spiega che si tratta di un “valore ben lontano da quello ottimale di 50 per 100mila“. È questa infatti la soglia “utile per un corretto tracciamento dei casi“. Di conseguenza – con quasi il triplo dei casi – si ritiene “opportuno sospendere provvisoriamente il programma di ‘sorveglianza con testing'”.
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