Il mondo del giornalismo e della cultura italiana perde uno dei suoi decani: Demetrio Volcic. Storico corrispondente Rai da Mosca, aveva 90 anni, compiuti lo scorso 22 novembre. È morto a Gorizia, oggi 4 dicembre; lascia la moglie e un figlio, che vive a Mosca. Dagli schermi della tv raccontò agli italiani quel mondo oltre la ‘cortina di ferro‘, in piena Guerra Fredda fra il blocco occidentale e quello sovietico. E lo fece con le sue corrispondenze, spesso quotidiane, da Praga, Vienna, Bonn e Mosca.
Volcic, cronista cosmopolita
Negli ultimi sei mesi le condizioni di salute di Demetrio Volcic erano peggiorate. Ai problemi alla schiena che lo affliggevano da tempo, si erano aggiunti altre patologie. Era nato a Lubiana, capitale della Slovenia, da padre triestino e madre goriziana. La famiglia si era trasferita in Slovenia durante il fascismo, per poi rientrare in Italia alcuni anni più tardi. Nel corso della sua carriera in Rai aveva vissuto in varie città d’Europa, tra cui Vienna e Parigi. Volcic fu anche direttore del Tg1, senatore eletto con il Centrosinistra ed europarlamentare. Scrittore, aveva pubblicato numerosi libri di successo, l’ultimo dei quali uscito nel 2021, primo e unico scritto in sloveno.
Una carriera in Rai
La sua carriera giornalistica era cominciata nel 1956 proprio in Rai. Otto anni dopo, nel 1964, era diventato inviato speciale da Trieste. Promosso corrispondente dall’estero, ricoprirà questo incarico ricoprirà fino al 1993. Come inviato a Mosca ha raccontato agli italiani l’Unione Sovietica e le sue trasformazioni, sottolinea Il Giorno, fino al suo ritorno in Italia come direttore del Tg1 dal 1993 al 1994. Dal 1997 al 2001 ha ricoperto l’incarico di Senatore della Repubblica Italiana, eletto nelle liste del Partito Democratico della Sinistra. Dal 1999 al 2004, eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra, è stato membro del Parlamento Europeo.
Lo stile caratteristico di Volcic
“Aveva una capacità innata di trasformare in storie appassionanti quelli che sono stati episodi fondamentali della storia” scrive sul Giorno Giancarlo Ricci. “Oltre ad essere un giornalista simbolo, Demetrio Volcic era anche un uomo con un umorismo non comune. Aveva sempre la battuta pronta e spesso dava le notizie proprio sotto forma di battute. Aveva una sua idea di giornalismo, molto semplice e diretta e ci raccomandava di avere sempre rispetto degli ascoltatori. Il mondo delle fake news e dei social network era ancora molto lontano dall’arrivare e il giornalista le notizie doveva ancora andarsele e cercare e poi saperle raccontare.” Su Twitter il personale ricordo del segretario del PD, Enrico Letta. “Ricordo triste – scrive – Ero un giovane studente, curioso di quel che succedeva a Mosca con la Perestrojka. Lo incontrai lì nei giorni in cui non si capiva ancora. Mi fece visitare i primi mercatini di jeans e dollari. Fu molto più utile di tanti discorsi ufficiali. Addio #DemetrioVolcic”.
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