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Al Quirinale Incantato, tra una regina senza nome e il ritorno del Dottor Sottile

Giuliano Amato è il nome di queste ore per uscire da sortilegio politico che sembra aver avvolto come nebbia il Colle più alto di Roma

Le settimane più pazze della storia del Quirinale registrano ancora febbre alta. Il Palazzo più bramato del 2021 – con vista 2022 più sette – alla vigilia della scadenza del settennato di Sergio Mattarella sembra infatti al centro di un sortilegio. Nessuno sa come risolvere il rebus dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

L’appello di Conte

Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, prova a prendere l’iniziativa proponendo che sia una donna la prossima inquilina del Colle. La prima nella storia del nostro Paese, che non ha neppure mai avuto una donna a Palazzo Chigi. Un fatto che costituirebbe una novità assoluta e, per così dire, di caratura europea. Conte ha preparato un appello ai partiti. Una battagliafemminista‘ con un preciso scopo politico. Una donna al Quirinale, infatti, toglierebbe le castagne dal fuoco ai pentastellati, i quali non sopportano l’idea che Berlusconi possa succedere a Mattarella. E che neppure amano Draghi, il premier da molti, forse ormai troppi, considerato il prossimo Presidente in pectore di un Parlamento confuso. Secondo la Repubblica Conte rivolgerà l’appello ai partiti dopo le festività. E si rivolgerà anche al Centrodestra. Da Marta Cartabia a Letizia Moratti, passando per Paola Severino i nomi non mancano. La strada resta comunque in salita.

Amato, il piano B per il Quirinale

Ma la situazione politica evolve di ora in ora in modo imprevedibile. E per il Quirinale stanno aumentando i punti a favore di Giuliano Amato, 83 anni. Giudice costituzionale, vicepresidente della Consulta, eterna riserva della Repubblica, già in corsa per il Colle almeno due volte. Nel 2015, Silvio Berlusconi aveva dato il via libera sul suo nome, prima che Matteo Renzi tirasse fuori quello di Sergio Mattarella. Dalle parti del PD, intanto, pare che il ministro della Cultura, Dario Franceschini, auspichi che il premier Mario Draghi resti a Palazzo Chigi. Si tratta di una posizione che fa breccia fra i tanti che non vogliono chiudere già il prossimo anno la legislatura – cosa più che probabile con Draghi al Colle – e che temono di non tornare più in Parlamento.

Il ticket Mattarella-Draghi

Anche la parte sinistra del PD e la stessa Leu, nota il Riformista, sarebbero della stessa idea. Sul Foglio è arrivata la ‘svolta’ di Goffredo Bettini, deus ex machina dei Dem. Per sciogliere il nodo del Quirinale incantato deve tornare la politica. E se anche Mario Draghi è ‘il migliore’ questo non significa che lo sia anche per risolvere questo problema. Al Nazareno la segreteria di Enrico Letta si mostra ufficialmente molto prudente e aperta a varie possibilità, compresa la carta Amato. Un’idea, sostengono gli osservatori, non esce comunque dalla testa del leader: Berlusconi non deve passare per alcun motivo. Il segretario coltiverebbe addirittura la speranza che alla fine Sergio Mattarella possa tornare sui sui passi. Il suo ragionamento è lapalissiano e incrocia il favore dei sondaggi fra gli italiani: perché cambiare il ticket Mattarella-Draghi nel bel mezzo della durissima lotta a Omicron?

Quirinale Palazzo Roma

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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