Il ribelle immortale, l’affascinante uomo della stravaganza in musica e in parole: David Bowie
L'artista che ha influenzato mode e segnato epoche, continua a vivere attraverso la sua arte in quell'esser sempre un artista "fuori dagli schemi"
L’8 gennaio del 1947 nasceva David Bowie, uno dei cantautori più eclettici e amati da sempre. Oltre a calcare i palchi dei concerti, Bowie, il Duca Bianco degli Anni Settanta ha avuto anche un’interessante carriera da attore. I primi passi nel mondo della recitazione li compie a fine Anni Sessanta con Lindsay Kemp che gli insegna a stare sul palco e a costruire il suo personaggio. Ma è nel 1976 che ottiene il suo vero ruolo sul set del film L’uomo che cadde sulla Terra.
Vestire i panni di un alieno che arriva sul nostro pianeta e cerca di interagire e capire gli esseri umani, fu un ruolo assai azzeccato. Difatti, è proprio sul grande schermo che interpreta di tutto. Ed è accanto a registi dal calibro internazionale con i quali riesce ad arrivare sempre più in alto. Da Martin Scorsese a David Lynch. Anche Leonardo Pieraccioni nel 1998, lo “trasforma” in un western nel lungometraggio dal titolo Il mio west.
Un artista nato due volte, la prima alba, il giorno del suo primo respiro, la seconda, quando ha capito come vivere sul palco e soprattutto come lasciare il segno. Esattamente come quel fulmine dipinto sul suo volto che è diventato nel suo essere sempre contemporaneo, anche immortale.
Quel fortunato gennaio del ’72: rinasce il Bowie dei giorni nostri
Al suo venticinquesimo anno d’età in quel freddo gennaio, dopo una serie di fallimenti musicali, cambia qualcosa nella vita poco appagante di Bowie. La sera del suo compleanno si presenta dinanzi agli invitati con il suo nuovo look, tuta verde e il nuovo taglio e colore di capelli studiato con Sue Fussey. L’11 gennaio del 1972 incide alcuni brani per il programma di John Peel alla BBC. Mentre Arancia Meccanica di Stanley Kubrick esce anche nel Regno Unito, il fotografo Brian Ward ritrae Bowie per strada a Londra in una serie di foto in bianco e nero che saranno poi colorate in studio.
Tra le immagini c’è lo scatto scelto per la copertina dell’album The Rise and Fall. Susseguono interviste. Con la band entra nel Theatre Royal, Stratford, per le prove di un tour che ruoterà attorno alle canzoni del nuovo album. E a pochi giorni prima della fine del primo mese dell’anno Dennis Katz della RCA dice a Bowie che The Rise and Fall è buono, ma manca un singolo. Un pezzo che rimanga nella storia. Secondo alcune testimonianze Bowie risponde “okay” e nel giro di sole 24 ore scrive Starman. Ecco la sua seconda alba. Ecco la sua rinascita.
David Bowie canta l’Europa unita in Spice Oddity
Bowie ha cambiato spesso tanti nomi, si è messo alla prova con altrettante discipline. Ma mai come in Spice Oddity la sua rivoluzione è percezione, è materia, è tatto. David Bowie canta il conflitto europeo. Ma è in questo scontro culturale che nasce un nuovo elemento: l’Europa stessa. “Prendi le tue pillole e le proteine”. Per Major Tom il conto alla rovescia è iniziato ed lì la terra, sotto ai suoi piedi mentre la navicella mira la “stranezza spaziale”.
Sale, sale David nelle vesti del Maggiore Tom. Apre la porta e poi : “I giornali parlano di te. Sei uscito dalla capsula. Ho aperto la porta si è chiusa però c’è qualcosa che non va . Oggi sono diverse le stelle. E adesso mi trovo qui, a migliaia di chilometri dalla terra e non c’è più niente da fare, voi correte e io sto morendo e voglio guardare la terra”. David Bowie racconta il conflittuale nella sua organicità e si cela nell’obblio del nulla, come una stella cadente che vive la sua scia e ammira il suo ultimo istante.
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