Quirinale, Letta (PD) stronca Berlusconi e lancia un patto di legislatura
Il segretario dem attacca il Centrodestra ma apre a una maxi trattativa su Colle e Governo. E fa capire che Draghi avrà un ruolo chiave
Dopo aver espresso “preoccupazione” e “delusione” per la decisione del Centrodestra di puntare unito su Berlusconi al Quirinale, la direzione del PD era chiamata a delegare alle trattative, oggi 15 gennaio, il segretario Enrico Letta. E con lui le capogruppo di Camera e Senato: Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Malgrado il solito understatement, Letta non usato mezzi termini. La Presidenza della Repubblica “non è di proprietà del Centrodestra” ha detto. “In Parlamento nessuno ha la maggioranza, ognuno deve considerare l’essere minoranza con responsabilità. Non è che il Centrodestra debba semplicemente valutare l’equilibrio migliore al suo interno: sarebbe una scelta profondamente sbagliata. Come è sbagliata la logica dello scoiattolo di cercare voti in una dinamica che non è quella del tempo che stiamo vivendo.”
Letta: “Al Colle uno come Mattarella“
“Entro nel merito” ha rincarato la dose Letta, parlando del Quirinale. “Ieri c’è stato un momento importante di cui parla tutta la stampa italiana e non solo. Il fatto che nel 2022 il Centrodestra candidi Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica rende la notizia importante per tutto il mondo. Lo dico perché è bene avere chiaro che il passaggio di ieri non è un piccolo passaggio formale che rimane dentro la dinamica domestica, ma riguarda tutto il mondo“. “Noi ci vogliamo muovere per dare al Paese un presidente o una presidente che sia in scia con lo straordinario settennato di Sergio Mattarella“.
Patto istituzionale in tre punti
“La proposta che faccio è rivolta a tutte le forze politiche, sia ai nostri alleati, sia a coloro che hanno chiuso le porte al dialogo, scelta sbagliata. Noi vogliamo riaprire le porte per il bene del Paese – ha detto ancora Letta – Proponiamo un’iniziativa che crei un patto di legislatura per completarla nei tempi naturali, fatto di tre punti: l’elezione di un o una presidente della Repubblica istituzionale, super partes, di garanzia per tutti. La scelta forte di dare energia perché i prossimi 14 mesi di governo siano efficaci in continuità ma con rinnovata energia. Completare le riforme per la buona politica“.
Salvare il ‘soldato’ Draghi
Il segretario dem ha poi speso parole esplicite sul Presidente del Consiglio, Mario Draghi. “L’Italia ha una carta fondamentale, che è la credibilità di Draghi. Proteggere la sua figura perché sia in grado di far sì che dia il meglio per il Paese, è fondamentale“. Se ciò comporti eleggere Draghi al Quirinale oppure rafforzarlo al Governo, Letta non lo dice. Ma intanto definisce il PD come partito-scorta dell’ex banchiere centrale anche lungo il doppio binario Quirinale-Chigi, ormai inscindibile. La necessità di dare “rinnovata energia” all’esecutivo potrebbe farsi ancor più indispensabile qualora Centrodestra e Centrosinistra si accordassero sull’elezione di Draghi al Colle. Pena la caduta del Governo, e le elezioni anticipate in piena pandemia. Uno scenario che Letta ha respinto esplicitamente. Ma sarebbe necessaria anche nel caso in cui Draghi restasse a Palazzo Chigi: un’opzione che molti esponenti del PD vorrebbero.
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