Perché di Margherita Buy ce n’è una sola
A pari merito con Sophia Loren per numero di David di Donatello vinti, è tra le attrici italiane più amate
Nel cast del recente 7 donne e un mistero (liberamente ispirato alla pellicola francese di François Ozon 8 donne e un mistero), Margherita Buy si è offerta in una nuova versione di sé. Nonostante gli oltre trent’anni di carriera, infatti, l’interprete romana trova ancora la forza di sorprendere, e l’audacia di sperimentare. Come solo i grandi, d’altronde, riescono a fare. Schiva, riservata, la Buy è tra le attrici più ambite dai registi italiani perché, nonostante sia riconosciuta come ‘nevrotica per antonomasia‘. “Margherita è la persona ideale con cui lavorare quando vuoi avere una sorpresa, qualcosa che ti porti fuori dalla routine e da ciò che avevi immaginato.” A sentenziare è Giuseppe Piccioni, che con lei ha stretto un duraturo sodalizio nel corso degli anni.
Margherita Buy, il successo da Ferzan Ozpetek a Nanni Moretti
Nata a Roma il 15 gennaio 1962, Margherita Buy è riconosciuta a livello unanime come una delle migliori attrici italiane di sempre. Insieme a Sophia Loren, infatti, l’interprete detiene il record di David di Donatello vinti (sette, cinque dei quali come Miglior Attrice Protagonista). Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, il suo talento fatica ad emergere. Durante il periodo liceale entra in contatto con Andrea Camilleri, all’epoca docente dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Margherita Buy riesce ad accedervi solo al secondo tentativo. Per l’interprete romana è solo l’inizio di quella che si rivela una carriera costellata di grandi successi, tanto di pubblico quanto di critica.
Il 1986, infatti, coincide con il suo debutto sul grande schermo. Margherita Buy entra a far parte del cast di La seconda notte, di Nino Bizzarri. Al suo esordio, l’attrice viene insignita di un Globo d’Oro (primo di una lunga serie di riconoscimenti). Nel 1990 viene diretta da Daniele Lucchetti ne La settimana della Sfinge e, nel medesimo anno, vince il primo David di Donatello come Miglior Attrice Protagonista per La stazione. A consolidare il successo in ambito recitativo è l’incontro con Carlo Verdone, che la sceglie per il film Maledetto il giorno che t’ho incontrato. “Dopo il film di Verdone, tutti avevano l’idea della me nevrotica impasticcata quando io non assumo neanche l’aspirina. Io lascio correre.” Così, nel mese di dicembre, si esprimeva l’interprete per il Corriere della Sera, ricordando l’esperienza trascorsa al fianco dell’artista e comico romano.
Ma a renderla un’icona del grande schermo italiano sono, senza dubbio, due registi in particolare: Ferzan Ozpetek e Nanni Moretti. Entrambi riescono a far emergere la sua fragilità, eleggendola come suo punto di forza. È il caso esemplare della vedova che scopre l’omosessualità del marito ne Le fate ignoranti. Al contempo, è nel cast di Habemus Papa, vince il suo quinto David di Donatello come Attrice Protagonista in Mia Madre e approda all’ultima edizione del Festival di Cannes con Tre Piani.
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Non solo “dramma”: Margherita Buy è Rita Pasini in Made in Italy
Nel corso del 2019, Margherita Buy si è reinventata in una nuova veste. In esclusiva su Prime Video – e, in seguito, in chiaro su Canale 5 – è uscita la serie Made in Italy. La storia segue la nascita del prêt-à-porter made in Italy, come il titolo lascia intendere, vissuto all’interno di una redazione di moda. Dopo averci abituati alla potenza della fragilità, la Buy ci ha sorpresi nelle vesti di una Miranda Priestly nostrana, personaggio reso noto da Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada, mostrando un’inedita veste di sé. L’attrice ricopre infatti il ruolo della redattrice senior Rita Pasini, rivelando una risolutezza inaspettata, in vista del suo background. Forte, intraprendente, allo scoccare dei 60 anni l’attrice riesce a stupirci, come solo una vera artista sa fare. Dimostrando di saper fare ancora centro e di meritarsi, appieno, il titolo di artista del grande schermo.
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