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Quirinale, Berlusconi conta i voti. Altri contano i franchi tiratori

"Finirai come Prodi coi 101" lo avvisa Giovanni Toti. "Berlusconi chi?" afferma caustico De Mita (che fece eleggere Cossiga) " e chi lo vota..."

Ha atteso l’odierna intervista domenicale su Avvenire, il quotidiano dei vescovi, per dire la sua in modo ancora più netto sul Quirinale e sul candidato in pectore Silvio Berlusconi. Il Presidente della Liguria, ex di Forza Italia, e cofondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti, va giù duro: “A Silvio dico: un uomo come lui non può esporsi a una brutta figura.” “Non sono accettabili veti su Berlusconi – specifica – sarà lui a dirci se intende candidarsi, se ci sono i numeri. Tuttavia è da un po’ che se ne parla e non ci sono passi avanti.

Toti: “I numeri non ci sono

È da un po’ che se ne parla, sì. Da settimane ormai. E allora – deve aver pensato Toti – meglio cominciare a fare chiarezza anche da una prospettiva di Centrodestra. Visto che manca una settimana al primo scrutinio. Parla da un lato al Centrosinistra, Toti, chiarendo che i veti non sono accettabili. Ma è una chiosa di rito. Il messaggio chiave è agli amici e non ai nemici. E serve a sollevare perplessità sul conto dei numeri. “Chi ha presieduto tre governi, il G8, il G20 ha lo standing per legittimamente proporsi” dice Toti riferendosi a Berlusconi. “Tuttavia mi pare, a sentire le dichiarazioni dei leader e dei grandi elettori, che siamo sempre fermi intorno ai 450 da cui eravamo partiti. Mancano più di 50 voti dalla soglia necessaria“, ha sottolineato.

Quirinale Draghi Berlusconi
Draghi e Berlusconi. Non è detto che uno dei due sia eletto al Colle

Berlusconi impallinato come Prodi?

Evidentemente pesa la paura di un possibile ‘caso Prodi‘ quando, al fondatore dell’Ulivo e candidato al Quirinale, vennero a mancare i voti necessari per l’elezione a causa dei cosiddetti franchi tiratori. Ovvero deputati della sua stessa area politica che, a scrutinio segreto, non lo votarono. I “traditori” di Prodi furono 101, forse 120. Così oggi Toti mette in guardia il Centrodestra, dicendo: “Non sottovaluto il rischio” del segreto dell’urna. E “per questo consiglio a Berlusconi di riflettere bene, prima di ufficializzare la candidatura. Un uomo con la sua storia politica non può permettersi di finire impallinato, come Prodi“.

Toti guarda a Italia Viva

Il presidente della Liguria si allinea poi ai leader conservatori. “Non è tollerabile che a una candidatura di Centrodestra venga negata dignità e agibilità politica. Renzi ha dichiarato la sua disponibilità a una candidatura proveniente dalla nostra area, vediamo se le cose iniziano a muoversi“. II piano B – precisa Toti – “si valuterà solo in caso di sua rinuncia. Di sicuro noi ci metteremmo al lavoro per aggregare le forze di centro, a partire da Italia Viva.” In un confronto che “non dovrebbe limitarsi solo alla scelta del presidente della Repubblica, ma dovrebbe includere il rafforzamento dell’azione di Governo.” Con “l’obiettivo di dare vita a una maggioranza in grado di concludere la legislatura e fare la riforma elettorale“.

De Mita finge di non conoscere Silvio

Come una Sibilla Cumana, appare nel dibattito anche l’ex presidente del Consiglio, ed ex segretario della Democrazia Cristiana, Ciriaco De Mita – 93 anni – oggi sindaco di Nusco (Avellino), il suo paese. Intervistato dal Tg2 sulle previsioni di voto per il Quirinale, commenta in maniera sprezzante (con un tipico atteggiamento da leader della Prima Repubblica), la candidatura di Silvio Berlusconi. Alla domanda della giornalista, infatti, De Mita replica “Berlusconi chi? E chi lo vota…“.

De Mita Ciriaco Dc
Ciriaco De Mita

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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