Giovanissima, piena di energia, ma soprattutto ironica. Valeria Angione ha iniziato la sua carriera emergendo nel web con dei contenuti che in pochissimo tempo l’hanno portata ad affascinare il pubblico e realizzare il suo sogno. Fin da piccola, infatti, la recitazione è sempre stata la sua principale passione. Ed è stata proprio questa sua predilezione che l’ha spinta inizialmente ad avviare la sua carriera sul web, fino ad approdare su un vero palco teatrale. Riparto da me sarà infatti lo spettacolo con cui Valeria si esibirà per la prima volta a teatro, finalmente da protagonista.
Il tour partirà il prossimo 15 marzo dal Teatro Nazionale di Milano per poi toccare diverse tappe in tutta Italia, inaugurando un nuovo capitolo della sua vita, ma soprattutto della sua carriera da attrice. Noi di VelvetMAG abbiamo incontrato Valeria Angione a poco più di un mese dal debutto per capire un po’ le sue emozioni, ripercorrendo un le tappe che l’hanno portata a questo esordio importante.
Intervista esclusiva di Valeria Angione a VelvetMAG
Solo chi non ha mai fatto un giro in rete non ha visto uno dei tuoi video. C’è stato qualcuno che ti ha ispirato? Quando hai capito che questa era la tua strada?
Io ho iniziato a fare dei video nel 2015, quando non era ‘figo’ farli. C’era tantissimo Youtube e tanti creator, ma non c’era l’influencer, quindi insomma non mi ispiravo a nessuno. Alla fine avevo solo bisogno di un posto in cui esprimermi e la risposta più semplice fu: “Ok, allora metto i video su Facebook”. Non ho mai avuto diciamo creator che volevo imitare, ho cercato di fare qualcosa di mio. Infatti, ho cominciato a parlare di università, perché ai tempi ero un’universitaria in crisi. Poi mi sono resa conto che era diventata la mia strada. Le persone hanno iniziato a seguirmi sempre di più e ho visto che quel numero aumentava ogni giorno mi son detta che forse questa poteva essere la strada giusta da seguire. Quando ho cominciato a capire che le persone si erano affezionate, mi sono sentita parte della loro vita e ho deciso di proseguire. E poi è diventato anche un lavoro e quindi ho deciso di continuare così. Ma all’inizio non è stato proprio facilissimo.
Ti saresti mai aspettata tutto questo supporto da parte dei giovani?
Eh no, perché avevano i loro idoli già. Ricordo tantissimi youtuber famosissimi ed ero convinta che il mercato di Youtube e Facebook fosse saturo, invece no. La gente aveva bisogno di qualcuno che parlasse di verità quando su Instagram si vedevano tante persone che ostentavano una perfezione che non esisteva. E quindi si sono ritrovati in una ragazza come loro. Io ho sempre cercato di non essere un esempio o un modello di vita. Ho sempre cercato di essere una loro amica, ma non mi aspettavo che avessero bisogno di questo. E quando ho visto che tutte quelle persone si erano affezionate è stato bellissimo. Questo mi porta sempre ad andare avanti, il non volerli deludere.
Valeria Angione è “partenopea”. Questo ha influito sul lato comico?
Si, io lo dico sempre perché è una domanda che mi viene fatta spesso. Sono sicura che il napoletano dà tantissimo aiuto perché è un dialetto molto ritmico e ha una cadenza molto comica. È anche più facile dire una battuta in napoletano e far ridere piuttosto che dirla in italiano perfetto, quindi mi aiuta tanto. Il dialetto in generale fa più ridere, però il napoletano ha quel qualcosa in più secondo me.
Secondo te, da donna, quest’ironia l’ha compresa anche il pubblico femminile oppure per loro è ancora un tabù?
No assolutamente, l’hanno capita. Ho tanto supporto femminile e non è facile averlo sui social. La donna è sempre pronta a criticare l’altra donna. Non vedo tantissimo supporto femminile in giro, invece, con me è sempre stato tutto così lineare. Ovviamente, anche io ho i miei haters, sono pochi però ogni tanto spuntano fuori, com’è giusto che sia. Se non avessi haters non avrei mai una critica. A me le critiche degli haters mi hanno fatto tantissimo crescere nel corso degli anni. Se sono qua è perché grazie a loro che a volte dicevano quel commento un po’ cattivo però mi faceva pensare e magari provavo a migliorarmi. Poi ovviamente se era un insulto bloccavo.
Passiamo al tuo libro, “Riparti da Te(cna)”, perché ti senti così vicino a questo personaggio, che usi spesso come metafora anche sui social?
L’ho spiegato nel libro e lo spiegherò anche un po’ nello spettacolo. Ormai è diventata la metafora della mia vita, della mia infanzia e adolescenza. Lei era la Winx un po’ più ‘esclusa’. Tutte le bambine giocando volevano essere Bloom, Stella, Flora, le più belle e le più famose. Poi c’era Tecna, che nessuno la voleva. E io ero Tecna. Ma in fondo, mi sono resa conto che alla fine non c’è nulla di male a essere Tecna, se sei tu a scegliere di esserlo e non sono gli altri a importelo. Era la ragazzina che rappresentava l’esclusione, il non sentirsi mai adeguati, e un po’ lo ero anche io. Alla fine, come ho detto, è diventata una metafora. Ognuno di noi si è sentito almeno una volta Tecna nella vita e il mio messaggio è quello di farne tesoro. In questo mondo c’è spazio anche per lei e non solo per le Flora e le Bloom. Quindi, sono ripartita dalla mia infanzia, da quello che mi ha portato ad essere quello che sono adesso. Se non sai da dove ripartire in un momento di crisi della tua vita bisognerebbe ripartire dal proprio ‘io bimbo’, che è sempre utile nella vita.
Adesso hai in programma di salire finalmente sui palchi dei teatri e puoi quasi dire di aver realizzato il tuo sogno?
Si, ho studiato teatro a Napoli ed Eduardo è stato da sempre uno dei pilastri per me. Ho fatto teatro tutta la vita, ma riuscire a ritornare sul palco e avere la possibilità di fare quello che ho sempre amato è uno degli orgogli più grandi. Poi, fino a quando non metto piede su quel palco, non canto vittoria, però ora sono molto felice. Fortunatamente, il mio spettacolo non è stato rimandato a causa del Covid-19, perché l’ho annunciato ad ottobre e i teatri erano già aperti e continuano ad esserlo. Spero che continui così, perché è un settore che ha veramente bisogno di supporto. Inoltre, vedere che la prima data del tour è già sold-out è diventato un motivo d’orgoglio per me e una spinta a migliorarmi sempre di più.
Lo spettacolo teatrale si chiamerà “Riparto da me”, ma qual è stato l’evento che ti ha spinto a ripartire?
Dopo il lockdown, sentivo parlare tanto di ripartenza, è diventato il nostro motto. “Bisogna ripartire“, ma io non riuscivo a ripartire. Il lockdown, la pandemia ci hanno un po’ bloccati. Come ripartire da una situazione così tragica che abbiamo vissuto? Allora, ho cominciato a scrivere le cose che mi facevano stare bene e piano piano è uscito prima un libro e poi uno spettacolo teatrale. Quando sono giù di morale e non riesco a ripartire ho sempre scritto, video, piccoli sketch, il mio libro. Ho tantissimi diari di quando ero piccola, in cui descrivevo le mie giornate e anche questa volta mi ha aiutato tantissimo. Quindi, si, sono ripartita, ma lentamente.
Ti faccio la domanda che ti farebbero tutti i tuoi followers: cosa dobbiamo aspettarci da questo spettacolo oltre tante risate?
Allora io non ho proprio detto nulla, ma appena ho tutte le possibilità di spoilerare qualcosa lo farò. La cosa principale è che si ride, questo è certo.
Che pubblico ti aspetti di trovare a teatro? Pensi di raggiungere anche nuove persone?
Io lo spero. Certo, è uno spettacolo indirizzato a una determinata fascia d’età. Si ritornerà indietro nel tempo, ma ovviamente nel mio tempo. Quindi è uno spettacolo che parlerà della mia vita, però immagino che una mamma che accompagna la figlia si potrà rivedere in tantissime altre cose. È uno spettacolo pensato per i giovani, perché voglio che escano dal teatro con un’altra prospettiva di vita. Eppure, spero che magari trovano il cartellone anche due cinquantenni e decidano di entrare. Cercherò di fare un mix tra riflessione e risate.
Il futuro di Valeria Angione è sul palco?
Mi piacerebbe! Se lo spettacolo va bene e va come deve andare, mi piacerebbe fare altre date, magari in estate. Di progetti belli se ne possono fare tanti, Covid-19 permettendo ovviamente. Mi piacerebbe raddoppiare le date, sia scrivere un altro spettacolo in futuro.
Il tuo percorso ti ha portato a una rivincita personale. Ti senti soddisfatta di quello che sei riuscita a creare?
Si, sto a una soddisfazione al 50%. Se me lo chiedevi un anno e mezzo fa dicevo 20%, quindi penso che essere arrivata a metà della mia soddisfazione personale è un motivo di orgoglio. Comunque ho 26 anni, la strada è ancora lunga, possono succedere ancora tante cose, ma per ora sto a buon punto. Non mi sento alla vetta, anche perché per me ci sono tantissime cose che voglio fare.
Dal web, sei diventata scrittrice e poi protagonista in teatro. Come hai vissuto questo passaggio?
All’inizio è stato tutto un po’ tortuoso, perché ero da sola e avevo tantissime pagine scritte su Word. Poi è arrivata Mondadori a darmi un supporto con tutte queste idee che avevo in testa e le ha messe in ordine. Da lì, non sono mai stata sola. Anche con lo spettacolo, io ho scritto tutte le cose che volevo che ci fossero dentro e poi c’è stata Federica Cacciola che mi ha aiutato, la mia nuova autrice. Quando hai un team bello e forte con te, non ti senti mai sola. L’input lo do sempre io, ma poi insieme si creano cose bellissime. Se riusciamo a fare uno spettacolo bello e divertente è anche grazie a tutte le persone che ho attorno in questo bellissimo progetto che stiamo portando avanti. Secondo me, il segreto è avere sempre intorno a te persone che credono in te e credono in quello che stai facendo. Non è detto che ce la dobbiamo fare per forza da soli.
Quest’anno sei stata anche sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia. Te lo saresti mai aspettato che un giorno saresti arrivata lì?
No, una ragazza come me non poteva nemmeno sognarlo. Non faceva parte del mio progetto di vita riuscire ad arrivare lì, che è un palcoscenico di star internazionali importanti. Io mi sentivo piccola, ma allo stesso tempo ero fiera ed emozionata. È stato bellissimo! Spero che anche quest’anno riuscirò a tornare.
Prima di salutarci, volevamo sapere se, dopo un libro e uno spettacolo teatrale, hai già qualche progetto per il futuro in mente.
Io ambisco a diventare un’attrice e studierò tantissimo ancora per arrivare al cinema, a fare una serie tv. Quello è un sogno grande. Ma essere riuscita anche solo a progettare uno spettacolo teatrale tutto mio, per me è già tantissimo. Per ora mi sto focalizzando solo su questo. Febbraio e marzo sarò solo concentrata su questo, poi ad aprile vediamo cosa succederà.
Vuoi lasciare un messaggio al tuo pubblico e a chi leggerà quest’intervista?
Io credo che avere una propria strada, un proprio obiettivo di vita è fondamentale soprattutto in questo periodo difficile. Ne ho parlato in questi giorni in un video, vedo tanti giovani che non riescono ad andare avanti e non riescono a ripartire. Spero che le mie parole, in quelle del libro e che dirò a teatro, vi possano aiutare per provare a ripartire. Non è facile, lo so, ma siamo qui per questo e io vorrei in qualche modo aiutarvi. Ripartiamo così!
LEGGI ANCHE: Manuela Vanni: “Il segreto di un evento? Coinvolgere tutti e cinque i sensi per creare una magica alchimia”