Crisi ucraina: navi russe davanti alla Sicilia, Draghi chiama Putin
Il premier dialoga con Mosca per stemperare le tensioni con la Nato mentre una flotta si dirige in Crimea. "L'Italia avrà il nostro gas" replica lo 'zar'
Le relazioni bilaterali fra l’Italia e la Russia ma anche e soprattutto la crisi fra Mosca e l’Ucraina. Questi i temi che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affrontato oggi 1 febbraio in una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
Russia-Ucraina-Italia, il nodo del gas
Il premier Draghi ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi. Il Presidente del Consiglio e il leader della Russia hanno concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della tensione fra Mosca e Kiev. Così come l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia. Nella telefonata con Draghi, Putin ha inoltre confermato l’intenzione di Mosca di “continuare a sostenere stabili forniture di gas all’Italia“.
Mosca: “Pronti a rispondere“
È quanto afferma il Cremlino, citato dalla Tass. Mosca, in ogni caso, non si tirerà indietro di fronte alle minacce di sanzioni statunitensi sulla crisi ucraina. Lo ha reso noto oggi l’ambasciata russa a Washington prima dell’atteso colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. “Non ci tireremo indietro e staremo sull’attenti, ascoltando le minacce delle sanzioni statunitensi“, ha scritto l’ambasciata su Facebook. “È Washington, non Mosca, a generare tensioni” ha aggiunto.
Navi da guerra di fonte alla Sicilia
Ma lo stato di alta tensione fra la Russia da un lato, e l’Ucraina con la Nato dall’altro, sbocca ora nel Mediterraneo. Mentre si consuma lo scontro fra Washington e Mosca nella prima riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dedicata alla minaccia di un’invasione in Ucraina, una flotta di 6 navi da guerra russe sta attraversando il canale di Sicilia. Il che avviene nell’ambito di annunciate esercitazioni navali nel Mediterraneo. Non mancano le preoccupazioni, dell’Italia in primo luogo. La Difesa cerca di sopire ogni timore sul nascere. E afferma che le sei navi di Mosca “non violano la sovranità e le acque italiane“.
Verso l’Ucraina soldati e carri armati
Le 6 navi russe sono partite a metà gennaio dal Mare del Nord. Dai porti di Severomorsk (Flotta del Nord) e da Baltijsk (Flotta del Baltico). Sono progettate per trasportare e far sbarcare circa 60 carri armati e oltre 1.500 soldati. Dopo due settimane di navigazione, la flotta ha varcato Gibilterra e domenica scorsa, 30 gennaio, ha cominciato ad attraversare il canale di Sicilia. Il timore è che il convoglio si stia dirigendo verso la Crimea, al confine con l’Ucraina, territorio conteso e annesso alla Russia nel 2014. Negli ultimi giorni Mosca ha avviato esercitazioni di tutte le sue flotte a livello globale. Esattamente in coincidenza con l’aumento delle tensioni con l’Occidente per la crisi con Kiev.
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