Nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire“. Così Beppe Grillo, oggi 8 febbraio, è intervenuto con un post sui social per dire la sua in merito alla decisione del tribunale di Napoli che ha fatto decadere Giuseppe Conte dalla carica di Presidente del Movimento Cinque Stelle. “A seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Napoli” ha scritto Grillo “ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021. Le sentenze si rispettano. La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata“. “In questo momento non si possono prendere decisioni avventate. Promuoverò un momento di confronto anche con Giuseppe Conte.”

Grillo congela il Movimento

Il fondatore dei Cinque Stelle congela dunque il partito politico italiano più in crisi in questo momento. Il Tribunale di Napoli ha disposto la sospensione dello statuto ratificato il 3 agosto e della nomina di Giuseppe Conte a Presidente, arrivata due giorni dopo. Una novità che ha accelerato le spinte caotiche interne al partito di Grillo, dove si assiste a uno scontro totale fra Luigi Di Maio e lo stesso Conte. Il quale, però, continua a tenere il volante stretto fra le mani: “La mia leadership non dipende dalle carte bollate“.

E annuncia a stretto giro una nuova votazione sulle modifiche allo statuto. Fatto già considerato indispensabile dopo la bocciatura, avvenuta lo scorso dicembre, da parte della Commissione parlamentare di garanzia per gli statuti e la trasparenza dei partiti politici. Alla nuova consultazione si dovranno ammettere anche gli iscritti al M5S con meno di sei mesi di anzianità. Proprio la mancata osservanza di questa regola costituirebbe il vulnus giuridico su cui si è basato il ricorso contro l’elezione di Conte a leader, poi vinto a Napoli dagli attivisti difesi dall’avvocato Lorenzo Borrè.

M5S, ritorno indietro nel tempo

A seguito della decisione del tribunale di Napoli, il M5S di fatto torna indietro a prima del nuovo statuto (agosto 2021). Le ultime nomine sono tutte azzerate, riemerge il vecchio assetto, che prevedeva un Comitato direttivo composto da 5 membri. E, naturalmente, le votazioni sulla piattaforma Rousseau. Stop dunque a Giuseppe Conte e ai suoi 5 vicepresidenti. Non resta, appunto, che l’intangibile Beppe Grillo. Per il tribunale è stata “illegittima” l’esclusione dall’assemblea del 3 agosto 2021 degli “iscritti all’Associazione Movimento 5 stelle da meno di sei mesi“. Tale deliberazione “ha determinato l’alterazione del quorum assembleare nella deliberazione di modifica del proprio statuto“. Quorum non raggiunto considerando le regole del vecchio statuto che prescrivevano la partecipazione della maggioranza degli iscritti.

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri. Foto Facebook / Di Maio

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