Gli Stati Uniti ritengono “una possibilità ben distinta” che la Russia invada militarmente l’Ucraina, fino a compiere un attacco sulla capitale, Kiev. Ma il Governo dell’Ucraina ha chiesto ai cittadini di mantenere la calma ed evitare il panico. “Al momento è cruciale restare calmi, uniti all’interno del Paese, evitare azioni destabilizzanti e che creino il panico“, si legge in una nota del ministero degli Esteri di Kiev.
Guerra possibile, e la Cina?
La guerra è alle porte dell’Europa per la prima volta dagli anni Novanta quando scoppiò nella ex Jugoslavia? Per gli Usa, sì, e il conflitto potrebbe scoppiare a giorni, anche prima della fine delle Olimpiadi invernali di Pechino il 20 febbraio. Il Consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, ha rinnovato gli avvertimenti ufficiali sulla “creazione di un pretesto“, da parte della Russia. Il cosiddetto casus belli, insomma: in questa situazione, un incidente attribuito agli ucraini per giustificare un’operazione militare russa sul territorio di Kiev. Ma il presidente cinese Xi Jinping è disposto a tollerare che nel corso delle Olimpiadi, periodo di pace fra i popoli per antonomasia, scoppi un conflitto fra Russia, Ucraina e, inevitabilmente, la Nato guidata dagli Stati Uniti?
Ucraina, colloquio Biden-Putin
Gli interrogativi si infittiscono, la tensione cresce a tutti i livelli. Oggi 12 febbraio il segretario di Stato americano, Antony Blinken, avrà un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Blinken ha dichiarato che ci sono segnali di un’escalation da parte di Mosca. “Continuiamo a vedere segnali molto preoccupanti – ha affermato – come l’arrivo di nuove truppe al confine con l’Ucraina“. Sempre nella giornata di oggi, il presidente russo, Vladimir Putin, e quello statunitense, Joe Biden, avranno un colloquio telefonico. Non è escluso che parlino anche del ‘fattore’ gas, uno degli elementi chiave per comprendere il conflitto russo-ucraino.
“Dagli Usa allarmi su allarmi”
L’impressione è che su una crisi storicamente endemica, come quella dei rapporti fra Russia e Ucraina, si stia gettando benzina sul fuoco. Washington da un alto e Mosca dall’altro sembrano giocatori di poker che alzano la posta scaricando l’uno sull’altro le responsabilità dell’avvitarsi della situazione. Lo storico quotidiano parigino Le Monde registra l’ “apparizione fuori dagli standard” del Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, l’11 febbraio alla Casa Bianca. Sullivan “è venuto di persona per lanciare un nuovo allarme, ancora più allarmistico dei precedenti – scrive Le Monde – sulla minaccia militare russa che incombe sull’Ucraina.”
Il nodo del Donbass in Ucraina
Un’operazione in Ucraina “potrebbe iniziare durante i Giochi Olimpici“, ha detto Jake Sullivan, ricordando l’arrivo di “nuove forze” vicino al confine. Il consigliere americano riconosce però che gli Stati Uniti non sanno se Vladimir Putin ha preso una decisione definitiva, e in quale direzione. “Le cose potrebbero diventare pazze rapidamente” ha dichiarato alla Nbc lo stesso Joe Biden. Giovedì 10 febbraio a Berlino si è dovuto registrare il fallimento delle discussioni in ‘formato Normandia‘ tra rappresentanti diplomatici francesi, tedeschi, ucraini e russi. L’incontro avrebbe finito soltanto col consolidare le differenze di approccio al conflitto che si trascina da dieci anni nel Donbass, la regione dell’Ucraina orientale in mano ai separatisti filo-russi.
“La guerra è una pazzia”
Le nubi all’orizzonte sono nere. I colloqui del cosiddetto ‘formato Normandia’ erano stati evocati anche da Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 9 febbraio. Ma appunto non sembrano aver portato a nulla. Gli Usa e la Gran Bretagna hanno avvisato i propri cittadini in Ucraina di evacuare immediatamente. La Russia ha evacuato la sua ambasciata a Kiev. Il personale non essenziale delle ambasciate dei paesi europei sta partendo. “Non dimentichiamo: la guerra è una pazzia” ha detto Papa Francesco. Un appello, quello del Pontefice, che molti credono si intensificherà nelle prossime ore.
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