Nel corso di un’audizione in Senato da parte dell’Arera, l’Autorità per energia reti e ambiente, i funzionari hanno reso noti i dati sull’aumento dei costi dell’energia sulle bollette per le famiglie e per le imprese. “Pur con gli interventi straordinari da parte del Governo – spiega l’Arera – nel primo trimestre 2022 si è registrato su base annua un aumento del +131% del prezzo dell’energia elettrica per il cliente domestico tipo e del +94% per quello del gas naturale.” Vale a dire una crescita dei prezzi da 20 a 46 centesimi di euro per kilowatt, tasse incluse, per l’elettricità. Per quanto riguarda il gas, invece, l’aumento è stato da 70 a 137 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse.
Stangata sui prezzi al consumo
I funzionari dell’Arera hanno spiegato che “l’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia nel 2021” è stata pari a +500% per il gas e +400% per l’energia elettrica. Condizioni che si sono già riflesse sulle bollette ma anche sui prezzi al consumo per le famiglie e le aziende. A partire dal secondo semestre dello scorso anno. Tutti questi incrementi, stima Assoutenti, “hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali“. I quali finiscono a carico dei consumatori “attraverso i prezzi al dettaglio”. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, il risultato potrebbe essere una maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie italiane.
Bollette, effetti sulla produzione
Assolombarda, associazione delle imprese che operano in Lombardia, ritiene che in Europa il gas naturale abbia registrato un’impressionante fiammata dei prezzi pari al +660% rispetto all’epoca precedente alla pandemia di Covid. “Per l‘industria lombarda – dice il presidente Alessandro Spada – stimiamo un costo energetico quadruplicato nel 2022. Dai 2 miliardi del 2019 a 8,3 miliardi. La salita dei prezzi si accompagna a problemi di disponibilità e strozzature nelle catene di approvvigionamento con quasi il 20% delle manifatture del Nord Ovest che segnala ostacoli alla produzione per mancanza di materiali e impianti a fine 2021. E lamenta tempi di consegna più lunghi“.
Dal Governo 7 miliardi
Per porre rimedio a questi scenari, che rischiano di peggiorare con la crisi ucraina, il Governo Draghi ha annunciato un ampio intervento nei giorni scorsi. Il risultato dovrebbe essere un decreto che stanzi almeno le risorse del precedente intervento. Ma l’obiettivo è trovarne ancora di più. Si parla di un budget di 5-7 miliardi e la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra ha detto che questa volta si dovrebbero anche “rafforzare i bonus sociali“.
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