Svolta nella crisi ucraina, oggi 15 febbraio, alla vigilia del giorno in cui – mercoledì 16 febbraio – secondo gli Stati Uniti Mosca avrebbe potuto invadere il territorio di Kiev. Alcune forze armate russe si starebbero ritirando dalla frontiera per rientrare alle proprie basi. L’annuncio di Mosca arriva il giorno dopo l’apertura del Cremlino a “seri negoziati” con la Nato e con gli Usa.
Russia e Ucraina, guerra di annunci
Sarcastica la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo” scrive su Telegram. Secca la replica dell’Ucraina. “La Russia fa costantemente dichiarazioni – dichiara il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba – Ecco perché abbiamo la regola di non credere alle affermazioni quando le ascoltiamo, ma di credere quando vediamo. Quando vedremo le truppe russe ritirarsi, crederemo nella riduzione dell’escalation“. Dal canto suo il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha annunciato sui social finanziamenti per 3 miliardi di dollari dagli Usa a Kiev dopo l’ultimo colloquio con Joe Biden.
Strategic Partnership in actions – we are grateful to the United States for providing substantial financial support of $ 1 billion and $ 3 billion available for projects in Ukraine. Thank you @POTUS for the quick decision and concrete results after our conversation! 🇺🇦 🤝 🇺🇸
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) February 15, 2022
Mosca, 130mila soldati al confine
Nelle ultime settimane la Russia ha schierato fino a 130mila soldati vicino alle frontiere di Kiev. La motivazione formale era quella di compiere esercitazioni militari, ad esempio quelle congiunte con le forze armate bielorusse al confine settentrionale dell’Ucraina. Una forma di pressione senza precedenti su Kiev e sull’Occidente che aveva determinato una vera e propria escalation verso una possibile guerra, con la temuta invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A riferire del parziale ritiro russo è stato oggi il ministero della Difesa di Mosca, citato dall’agenzia di stampa Tass. “Le unità dei distretti militari meridionali e occidentali, dopo aver completato i loro compiti, hanno già iniziato a ritirarsi“, ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov.
Ucraina, Scholz parla con Putin
La mossa dei russi appare come un atto distensivo, quantomeno per preparare un terreno di dialogo in vista dell’incontro, oggi 15 febbraio a Mosca, fra il presidente Putin e il cancelliere tedesco Scholz. La Germania stessa aveva chiesto alla Russia di “ritirare le proprie truppe” schierate ai confini dell’Ucraina. Lo aveva dichiarato la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock. “La situazione è particolarmente pericolosa e può degenerare in qualsiasi momento” aveva avvisato Baerbock. “Noi dobbiamo utilizzare tutte le opportunità di dialogo per ottenere una soluzione pacifica“.
Invasione, tensione, “isteria“
Ieri, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Scholz aveva ribadito che “la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo dalla Russia chiari segnali di de-escalation, un attacco all’Ucraina avrebbe gravi conseguenze“. Ma soprattutto Scholz aveva sottolineato che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato “non è in agenda”, eppure “la Russia stranamente agisce come se lo fosse“. Di oggi, come detto, l’avvio di un parziale ritiro delle truppe russe. E non è mancata, come è noto, la risposta di Mosca ai ripetuti annunci degli Stati Uniti circa il fatto che l’invasione russa possa avvenire da un momento all’altro. “Un’isteria” l’hanno definita al Cremlino.
Domani andrò in #Ucraina.
Gli obiettivi dell’Italia e di tutti i nostri partner sono quelli di ridurre la tensione ai confini tra Russia e Ucraina e di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in atto: https://t.co/fP43ui1hfM— Luigi Di Maio (@luigidimaio) February 14, 2022
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