Il Partito Democratico voterà col Centrodestra e con Italia Viva mentre il Movimento Cinque Stelle voterà contro. Questa la spaccatura politica fondamentale, nel costituendo campo largo di Centrosinistra, attesa per oggi 22 febbraio in Senato. Nel tardo pomeriggio arriverà infatti la votazione sul caso Open, e quindi sul destino politico-giudiziario di Matteo Renzi, e i partiti che sfideranno la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia alle elezioni del 2023 si presenteranno divisi.
Renzi e il conflitto di attribuzione
Per meglio dire: i senatori dovranno esprimersi sulla relazione della Giunta per le Immunità, nella quale si approva la richiesta del senatore Renzi di sollevare di fronte alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione di poteri, e quindi di competenza a giudicare, per quanto riguarda i magistrati della procura di Firenze . Questi ultimi hanno chiesto nei giorni scorsi il rinvio a giudizio del leader di Italia Viva, il quale ha reagito con particolare veemenza. Renzi è sotto accusa per presunti finanziamenti illeciti ottenuti attraverso quella che era la Fondazione Open, secondo i PM fiorentini canale di raccolta di fondi illegali.
La posizione di Conte
“Voteremo contro, ma non contro Renzi – ha detto Giuseppe Conte – contro un singolo senatore, ma perché difendiamo valori e principi del M5S. Non ci sono requisiti per chiedere un conflitto di attribuzione“. Il PD voterà invece a favore della relazione pro-Renzi, preparata dalla senatrice berlusconiana Fiammetta Modena. La decisione è arrivata dall’ufficio di presidenza del gruppo dei democratici al Senato. “Io credo che sull’inchiesta Open ci sia una palese violazione dei giudici all’articolo 68 della Costituzione. Credo che il PD in aula si comporterà di conseguenza votando per il conflitto di attribuzione, decideremo tra poco” aveva detto in mattinata il senatore Andrea Marcucci in collegamento con L’Aria che tira su La7.
La Corte di Cassazione su Carrai
E mentre due settimane fa Matteo Renzi ha denunciato i magistrati che vorrebbero processarlo, è dell’altro ieri la notizia che la Corte di Cassazione ha annullato per la terza volta l’ordinanza del tribunale del Riesame che aveva rigettato il ricorso contro il sequestro di telefoni e computer all’imprenditore renziano Marco Carrai, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open. Il procuratore generale in Cassazione aveva chiesto la conferma del sequestro ma i giudici hanno deciso diversamente. Entro un mese si conosceranno le motivazioni. La decisione finale arriva a distanza di due anni e mezzo dalla perquisizione e dal sequestro che segnò l’avvio dell’inchiesta sulla Fondazione che dal 2012 al 2018 ha finanziato la scalata di Matteo Renzi da sindaco di Firenze a premier.
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