L’Ucraina è sotto attacco: nella capitale Kiev sono risuonate le sirene e la popolazione si è precipitata a svuotare i bancomat, e sono iniziate le file per fare rifornimento verso la Romania. E’ iniziata la fuga in auto verso i rifugi antiaerei. Anche la metro è ferma ed è a disposizione come rifugio dei civili. Gli obiettivi sarebbero militari e ci sono attacchi anche al confine bielorusso e in Crimea. All’alba è arrivata l’ “azione militare speciale” e il discorso di Putin in diretta tv alle 6, ora di Mosca. Lo stato sovrano dell’Ucraina è circondato ed ha dichiarato di avere abbattuto dei veivoli russi – ma il Cremlino smentisce – ci sono esplosioni in 7/8 città diverse attorno al Donbass, nell’est del paese. I ribelli filorussi stanno annettendo porzioni di territori alle due repubbliche separatiste. E’ stata proclamata la legge marziale e i cieli dell’Ucraina sono chiusi.
Il nuovo ordine mondiale si gioca sulla cartina dell’Ucraina
Vladimir Putin ha scatenato una crisi-guerra che è risultata una tempesta politico-militare perfetta contro l’Europa che oggi d’improvviso sembra essere ripiombata nell’incubo che ha aleggiato sul Novecento. Parole come egemonia, imperialismo, integrità nazionale, URSS, sembravano non appartenere più alla contemporaneità, ma a una storia lontana. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del Muro nel’89, l’Europa aveva definitivamente abbandonato vecchi rancori e iniziato un nuovo cammino. Ma la storia oggi bussa di nuovo alle porte del vecchio continente. E quella stessa Russia che sembrava essersi integrata e avvicinata ai principi occidentali, è pronta oggi a tenerci sotto attacco militare, per ottenere ciò che vuole. L’azione di Mosca svela tutte le nostre debolezze.
L’Europa: un nano politico dai piedi di argilla
Il continente europeo è oggi minacciato ad est dalle manie imperialiste ed egemoni di un uomo solo. Un uomo che ha cinicamente e sapientemente architettato in questi trent’anni la rivincita della patria russa. Mentre l’UE si risveglia troppo tardi da un lungo sonno che l’ha vista diventare un nano politico. Dipendente dalle tecnologie americane, dal gas russo, priva di una linea di difesa comune e con istituzioni deboli, l’UE è il vero protagonista dai piedi d’argilla della scena internazionale.
Per bloccare l’avanzata russa gli USA e l’UE tenteranno di strozzarne l’economia. Biden ha annunciato il blocco dei finanziamenti sui mercati occidentali, il blocco dei movimenti degli oligarchi vicini a Putin. Ma in queste ore è arrivato il divieto di esportazione dopo la sospensione del gasdotto Nord Stream 2. Ma l’attacco accelera di colpo quelle che erano apparse schermaglie durevoli. A farne le spese sarà il popolo ucraino, ma non solo. L’attacco all’Ucraina è un attacco alla democrazia occidentale e una negazione del diritto internazionale. Può sancire, se non l’ha già fatto la fine dell’ordine mondiale come lo abbiamo conosciuto.
La crisi Ucraina svela la dipendenza economica dell’UE
Con la fine ufficiale della Guerra Fredda nell’89, l’Europa ha via via perso riferimenti ed ideali politici, lasciando prevalere la pura logica economica e la difesa dell’ideologia neoliberista. Più profitti per le imprese, la liberalizzazione e deregolamentazione dei mercati, l’aumento dei consumi, ne incarnano l’unica ossessione dal crollo del muro. Dall’altra parte invece Russia e Cina (che forte dell’influenza nell’Indopacifico rischia di divenire presto la prima potenza mondiale) hanno perseguito degli specifici obiettivi politici affianco del proprio sviluppo economico. In questo contesto l’UE si è semplicemente accodata alle strategie politiche della potenza americana che però ha poi rivolto l’attenzione sulle proprie problematiche interne.
La politica dell’egemonia energetica russa nel Mar Mediterraneo
Nel Mar Mediterraneo è proprio la Russia che ha espanso la propria influenza a macchia d’olio ed ha sfruttato la cecità politica dell’Europa per legarla a se sotto il profilo energetico. L’interdipendenza economica che avrebbe dovuto garantire la pace, senza un calcolo e un forte contrappeso politico si è così trasformata in un rapporto di vera e propria dipendenza dal Cremlino. Nonostante l’economia interna UE rappresenti l’economia reale più potente del globo, senza quel gas rischia oggi il crollo. La debolezza più profonda del vecchio continente è e sarà per sempre rappresentata dalla suo mancato completamento “federalista”. Un’UE con un debito comune condiviso sui mercati finanziari, un eurozona forte, un blocco politico unito e solido a presidio del Mediterraneo. Senza tutto questo l’UE è priva di una voce tra le superpotenze mondiali. I governi nazionali hanno fallito soprattutto in questo.
Il rischio dell’attacco in Ucraina è il nuovo imperialismo?
Gli interessi economici del breve termine e gli egoismi nazionali hanno finito per ostacolarne i progetti politici con una visione più a lungo termine. Anche la sola reclamazione del Donbass significherebbe un disastro politico esorbitante. Come si sentirebbero i francesi a perdere la Corsica? O gli italiani a perdere un pezzo di Valle d’Aosta? Il diritto dei popoli alla propria integrità nazionale deve essere lo stesso. Assistere a questa usurpazione è la negazione del diritto internazionale e della carta delle Nazioni Unite. Un insulto alla democrazia. Non possono esistere popoli con diritti minori su cui poter paventare diritti egemoni in nome di un lontano passato imperialista.
Russia o Cina? Cercarsi Europa disperatamente
Quello che si è consumato negli ultimi decenni aldilà dei nostri confini è stata una guerra a scacchi tra superpotenze che tentano di accaparrarsi le risorse primarie per capovolgere l’ordine mondiale come lo abbiamo conosciuto. La Cina ‘possiede’ oggi la maggior parte delle terre rare, cruciali per estrarre quei minerali cruciali per la realizzazione della svolta energetica dell’elettrico tanto agognata dall’Occidente. La guerra in Ucraina oggi apre la riflessione sulla dipendenza dal Cremlino, ma la Cina è dietro l’angolo della storia pronta alla sua particolare egemonia. L’occidente non può esaurirsi in una pura questione economica, la sua indipendenza è soprattutto una questione politica. E oggi una guerra sul territorio europeo.
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