Al sesto giorno di guerra in Ucraina, oggi 1 marzo, suonano di nuovo le sirene dell’allarme bomba nella capitale Kiev. I cittadini si stanno preparando a un possibile, lungo, assedio delle truppe russe. Da ieri 28 febbraio, infatti, e per tutta la notte, sono in marcia blindati e mezzi militari di Mosca: una colonna che ha superato i 60 chilometri di lunghezza è diretta nell’area della capitale.
Stamani la città di Kharkiv, la seconda più importante del paese, è nuovamente sotto attacco, riferiscono media locali. Immagini televisive, rilanciate sui social media, mostrano una forte esplosione dopo quello che potrebbe essere un missile o una bomba detonata presso un edificio che il giornale The Kyiv Independent identifica come la sede del governo regionale. Le sirene di allarme sono risuonate in numerose città mentre il Paese si prepara ad un’altra giornata di bombardamenti. Gli allarmi risuonano in queste ore anche a Rivne, a ovest di Kiev, Ternopil (ovest), Vinnytsia (centro) e Volyn (nordovest).
Dai satelliti della Maxar Technologies arrivano immagini – come quella che vi mostriamo sotto – delle forze russe che puntano verso Kiev con un convoglio di mezzi militari lungo oltre 60 chilometri. Il tutto mentre il Governo ucraino denuncia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che Mosca commette crimini di guerra nel Paese. All’indomani dei primi, timidi, negoziati fra due delegazioni dei paesi in guerra, avvenuti ieri in Bielorussia, Putin non si ferma e fa intensificare i bombardamenti.
Kiev è sotto un attacco “no-stop“, aveva detto alla Cnn il sindaco Vitali Klitschko, sottolineando però che la città potrebbe resistere “a lungo” alle forze di Mosca. “Abbiamo sentito le esplosioni ogni ora la notte scorsa, per tutta la notte e negli ultimi quattro giorni – ha proseguito l’ex pugile campione dei pesi massimi e primo cittadino di Kiev dal 2014 -. Gli abitanti sono molto nervosi, trascorrono molto tempo nei bunker“. E mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, chiede in un tweet il ritiro immediato delle truppe russe, la parlamentare ucraina Kira Rudik sostiene che i negoziati di ieri con Mosca hanno portato invece ad “attacchi aerei più pesanti” conto Kiev. Poche ore dopo, il sindaco di Kherson, nel sud del Paese, ha annunciato che le forze russe sono ormai alle porte della città.
Il premier britannico Boris Johnson, da parte sua – prima del suo viaggio di questa mattina in Polonia ed Estonia – fa sapere che il Regno Unito “continuerà a esercitare la massima pressione” sulla Russia. E promette che il presidente Vladimir Putin sentirà le “conseguenze” della sua invasione. Promesse che giungono anche dagli Usa, dove il segretario di Stato, Antony Blinken, ha assicurato che Washington imporrà ulteriori sanzioni e invierà più armi a Kiev. Nel frattempo, l’Australia ha annunciato che invierà missili e munizioni all’Ucraina. Ciò nell’ambito di un pacchetto da 50 milioni di dollari in aiuti militari, oltre ad aiuti umanitari per altri 25 milioni di dollari. Il Brasile lavora invece a un “passaporto umanitario” per accogliere i rifugiati ucraini. Kiev si dice intanto soddisfatta della decisione del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Icc) di avviare un’indagine sull’invasione.
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