In occasione dell’Angelus di domenica 6 marzo Papa Francesco lancia un nuovo accorato appello per la pace in Ucraina. Dopo la riflessione che precede la Preghiera dell’Angelo domenicale, nella quale emerge il male che deriva dalle tentazioni, Papa Francesco torna ad animare il suo grido per il popolo ucraino afflitto dalla guerra, rivelando che la Santa Sede è disposta a tutto affinché si stabilisca la pace.
Nell’Angelus odierno la riflessione di Papa Francesco scaturisce, come ogni domenica, dal Vangelo; la Liturgia propone la scena del deserto nella quale Gesù è tentato dal diavolo. Nella prima domenica di Quaresima appare, dunque, questo simbolo forte della lotta contro il male. Insegnamento che nasce dal Signore e che si vuole estendere ad ogni Cristiano.
In quest’occasione il Pontefice non dimentica di rivolgere il suo pensiero e la sua preghiera al popolo ucraino al quale dedica tutta la riflessione dopo la recita dell’Angelus. Un appello accorato a potenziare i corridori umanitari e soprattutto a portare la pace; cessare i bombardamenti a favore dei negoziati e accogliere tutti i profughi che chiedono aiuto, questo è il messaggio che il Santo Padre diffonde da Piazza San Pietro.
La riflessione prima dell’Angelus
Il Vangelo odierno presenta una delle scene, forse, tra le più simboliche presenti nelle Scritture. Gesù è nel deserto e lì viene tentato dal diavolo; una lotta contro il male, contro il desiderio di cedere alle tentazioni che nascono dal potere, che il Signore presenta proprio attraverso il suo esempio concreto. “Il deserto simboleggia la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà“. Attraverso la sua personale lotta spirituale Gesù decide quale Messia vuole essere; questa, come tiene a sottolineare Papa Francesco, è: “La dichiarazione dell’identità messianica di Gesù“. Ovvero, il Signore esprime chiaramente quale strada vuole percorre.
Le tentazioni contro le quali Gesù combatte scaturiscono dalla sua ‘posizione’; ovvero, il diavolo chiede per ben due volte a Gesù: “Se sei figlio di Dio…” il tentatore pone il Signore nella condizione di sfruttare la sua posizione di figlio di Dio per soddisfare, prima i suoi bisogni materiali (la sete) e poi per accrescere il suo potere. Infine, il diavolo chiede ancora a Gesù di ricevere da Dio un segno prodigioso; come spiega il Santo Padre, è come se dicesse: “Se tu sei il figlio di Dio, approfittatene“. E quante volte, sottolinea il Pontefice, ciascuno di noi viene colto dalla tentazione di sfruttare il proprio potere, la propria posizione privilegiata, pensando solo al proprio profitto. Ma Gesù nel deserto ci insegna che la prova più grande che possiamo superare è proprio quella di non cedere alla brama di potere.
“Niente compromessi“
Cedere alla tentazione di sfruttare la propria posizione per ottenere benefici è, come rivela Papa Francesco: “Una proposta seducente, ma ti porta alla schiavitù del cuore – continua il Papa – Riduce tutto al possesso delle cose”. La brama di fama, di potere, di successo sulle spalle degli altri è: “Il veleno delle passioni in cui si radica il male“. Del resto, come aiuta a riflettere il Santo Padre le tentazioni hanno sempre lo stesso modo di agire: guadagnare il possesso di qualcosa a discapito di tutto e, soprattutto, di noi stessi. Ma Gesù insegna ad opporsi in maniera vincente a questo ‘nucleo’ del male: “La libertà e la felicità vera, non stanno nel possedere, ma nel condividere“. L’inganno del male è quello di presentare, spesso, le cose come se fossero utili: “Arriva spesso con gli occhi dolci, con il viso angelico“, ma si tratta solo di lusinghe che mascherano le azioni corrette di buone intenzioni, ma come chiede il Papa: “Per favore, niente compromessi“.
E proprio dopo aver parlato delle tentazioni del male il Papa rivolge la sua supplica per il popolo ucraino; la guerra è, infatti, la tentazione più grande che il demonio è in grado di innescare. “In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime” così esordisce il Papa dopo aver dato la solenne benedizione ai fedeli in conclusione dell’Angelus. Un pensiero forte che anima il Santo Padre dall’inizio di questo atroce e folle conflitto; “Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra che semina morte, distruzione e miseria“. Il Pontefice non può fare a meno di ricordare di quanto le vittime siano sempre in aumento; tra le persone che periscono sotto i bombardamenti, fino a tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la loro terra.
“La guerra è una pazzia“
Per ognuna delle vittime della guerra il Santo Padre lancia la sua supplica rivolta ad aumentare e potenziare i corridoi umanitari. “In quel paese martoriato cresce, di ora in ora, la necessità di assistenza umanitaria“. Accoglienza, sostegno, aiuto ma “Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato“, queste le richieste forti di Papa Francesco. “Si torni a rispettare il Diritto Internazionale” lasciando prevalere il buonsenso. E nel suo discorso il Pontefice ringrazia anche i giornalisti e le giornaliste che operano in territorio di guerra, mettendo a rischio la propria vita, per garantire a tutti l’accesso all’informazione; “Un servizio che ci permette di valutare la crudeltà di una guerra“.
E davanti ad una Piazza San Pietro gremita di bandiere dell’Ucraina il Santo Padre chiede una preghiera corale per questo popolo. “La Santa Sede – conclude il Papa – è disposta a fare di tutto, a mettersi in servizio per questa pace“; ricordando che in questi giorni due cardinali sono andati in Ucraina per servire il popolo. Una presenza che non rappresenta solo il Papa ma tutta la Chiesa e i fedeli riuniti che vogliono urlare: “La guerra è una pazzia, fermati per favore“.
#МолимсяВместе #Украина #Мир pic.twitter.com/KQ2BY9Y6XU
— Pope Francis (@Pontifex) March 5, 2022
LEGGI ANCHE: Udienza Generale 2 marzo, Papa Francesco: “Preghiera e digiuno per la pace in Ucraina”