La guerra avvelena la musica: via le star dal Bolshoi. Ma in Europa dilaga la cancel culture
Jacopo Tissi, primo ballerino a Mosca, lascia l'incarico da poco ottenuto. Tugan Sokhiev si dimette anche dall'Orchestra di Tolosa
Il primo ballerino del celeberrimo teatro Bolshoi di Mosca, Jacopo Tissi, 27 anni, di Landriano (Pavia) lascia il suo lavoro a causa della guerra di Putin in Ucraina. Una decisione giunta dopo quella del direttore russo dell’Orchestra dello stesso Bolshoi, Tugan Sokhiev. Il quale però si è dimesso anche dalla direzione dell’Orchestre National du Capitole di Tolosa, in polemica con le autorità francesi.
Tissi: “Sono scioccato“
Lo scorso dicembre, appena tre mesi fa, Jacopo Tissi era diventato il primo ballerino del Bolshoi uno dei teatri più prestigiosi del mondo. “Sono scioccato da questa situazione che ci ha colpito da un giorno all’altro e, onestamente, per il momento, mi ritrovo impossibilitato a continuare la mia carriera a Mosca” ha scritto su Instagram. “Non riesco a descrivere quanto sia stato triste per me lasciare i miei insegnanti, i miei colleghi e amici. Persone speciali che mi hanno fatto crescere come artista e come persona a cui sono e sarò sempre grato” ha aggiunto il ballerino, diplomatosi all’Accademia della Scala.
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“Non giustifico alcuna guerra“
“Come essere umano provo empatia verso tutte le persone e le loro famiglie che stanno soffrendo” ha scritto ancora l’ex primo ballerino del Bolshoi. “Nessuna guerra può essere giustificata. Mai. E io sarò sempre contro ogni tipo di violenza. Non possiamo lasciare che l’odio si diffonda, anzi, il nostro mondo dovrebbe essere pieno di armonia, pace, comprensione e rispetto. Spero davvero e prego che tutte le guerre e sofferenze cessino al più presto.”
Sokhiev, via dal Bolshoi e dalla Francia
Non sembra che la decisione di Tissi di lasciare il ruolo di primo ballerino sia legata alle dimissioni del direttore dell’Orchestra del Bolshoi, Tugan Sokhiev, 44 anni, moscovita. Può darsi che non sia un caso, tuttavia, che le dimissioni dell’artista di Pavia giungano 24 ore dopo quelle di Sokhiev. Il quale, però, ha rassegnato le sue dimissioni in segno di protesta non solo e non tanto perché contrario alla guerra di Putin in Ucraina, ma perché deluso e amareggiato da quelle che lui giudica come pretese delle autorità francesi di Tolosa.
“Sia a Tolosa che al Teatro Bolshoi ho regolarmente invitato cantanti e direttori d’orchestra ucraini. Non abbiamo mai nemmeno pensato alle nostre nazionalità” ha scritto il 6 marzo in un post su Facebook. “Questo è il motivo per cui ho iniziato il festival franco-russo a Tolosa, per mostrare a tutti che le persone di Francia e Russia sono collegate storicamente, culturalmente, spiritualmente e musicalmente e che sono orgoglioso di questo legame tra i nostri due grandi paesi. Oggi i politici e gli amministratori di Tolosa si oppongono a questa festa. Che vergogna (…) E vogliono che mi esprima per la pace!“.
“Dico no alla cancel culture“
Più oltre, nel suo scritto, l’ex direttore del Bolshoi ha dichiarato: “Presto mi verrà chiesto di scegliere tra Tchajkovskij, Stravinskij, Shostakovich e Beethoven, Brahms, Debussy. Sta già succedendo in Polonia, paese europeo, dove la musica russa è proibita. Non riesco a sopportare che i miei colleghi, artisti, attori, cantanti, ballerini, registi siano minacciati, trattati irrispettosamente e vittime della cosiddetta ‘cultura della cancellazione‘.” “Noi musicisti siamo lì per ricordare attraverso la musica di Shostakovich gli orrori della guerra. Noi musicisti siamo gli ambasciatori della pace. Invece di usare noi e la nostra musica per unire nazioni e popoli ci stanno dividendo e ostracizzando.” “Essendo costretto ad affrontare l’impossibile opzione di scegliere tra i miei amati musicisti russi e quelli francesi, ho deciso di dimettermi dalle mie posizioni di direttore musicale del Teatro Bolshoi di Mosca e Orchestre National du Capitole de Toulouse con effetto immediato.”
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