Nella Giornata Internazionale della Donna, oggi 8 marzo, da Papa Francesco e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un pensiero alle donne che soffrono per la guerra e l’invito a moltiplicare gli sforzi per la pace.
“Guardando a Maria con in braccio il suo Figlio, penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati. Sono tanti! La Regina della pace ottenga concordia ai nostri cuori e al mondo intero.” Questo il tweet del Pontefice, dal suo account ufficiale. Francesco rivolge la sua preghiera e il suo pensiero alle donne ucraine ma non solo. A tutte le donne e in particolare a tutte coloro che soffrono con i loro bambini per le guerre, le carestie e la vita durissima nei campi per i rifugiati sparsi in tutto il pianeta.
Mattarella: “Impegno per la pace“
Indirettamente a Francesco fa eco il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il quale, nel giorno della festa della donna, chiama alla “nostra responsabilità di cittadini, europei” per un “più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali.” “L’indifferenza di fronte all’arbitrio e alla sopraffazione è il peggiore dei mali” insiste Mattarella.
“Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda“. “In gioco non c’è solo la libertà di un popolo ma la pace, la democrazia, il diritto, la civiltà dell’Europa e dell’intero genere umano“. “Non è tollerabile – e non dovrebbe essere neppure concepibile – che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati. Pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini. E, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni.”
Le donne italiane discriminate sul lavoro
Infine il Capo dello Stato ha parlato anche dell’Italia e delle donne italiane. “Scoprire che una mamma italiana su cinque, a due anni dalla nascita del figlio, decide di lasciare il lavoro è una sconfitta per tutta la società italiana, alle prese peraltro con un grave declino demografico. Non dobbiamo più consentire che nei colloqui di lavoro si chieda alla donna e soltanto a essa: ‘Sei sposata? Hai figli? Hai in progetto di avere figli?’, collegando alla risposta positiva un handicap per l’assunzione“.
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