Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha subito un’inattesa contestazione in Polonia, martedì 8 marzo. Il sindaco di Przemysl, Wojciech Bakun, si è rifiutato di riceverlo. Salvini era in visita alla stazione dove arrivano i profughi dall’Ucraina in guerra.
Schiaffo a Salvini
Davanti ai giornalisti, il sindaco lo ha contestato regalando a Salvini, polemicamente, una maglietta di Putin: “La maglietta del tuo amico“. Bakun ha prima ringraziato l’Italia per l’aiuto all’accoglienza dei rifugiati ucraini e poi ha mostrato la maglietta. Rivolgendosi a Salvini ha detto: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannare Putin“. La maglietta è esattamente quella pro-Putin che il leader della Lega aveva esibito in una foto anni addietro, indossandola sulla piazza del Cremlino, e che in questi giorni è tornata a circolare sui social.
Perché Przemysl è importante
Przemysl è una città di 60mila abitanti ed è divenuta celebre da poco dopo l’invasione della Russia in Ucraina, lo scorso 24 febbraio. È lì, infatti, che oramai da quasi due settimane stanno arrivando cittadini ucraini a centinaia di migliaia, soprattutto donne con bambini, in fuga dagli invasori. Przemysl si trova a 15 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina: attraverso questa ‘porta’ la Polonia ha già accolto oltre un milione di rifugiati, secondo cifre Onu.
Anche un gruppo di italiani ha contestato il leader leghista urlando: “Buffone, pagliaccio!“. Salvini ha replicato dicendo di essere lì per portare “aiuti e la pace“. “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra” ha detto ancora Salvini dopo la contestazione alla stazione di Przemysl. A onor del vero Il sindaco Wojciech Bakun è di una formazione della destra radicale: Kukiz’15. “Qualche italiano preferisce la guerra, mi spiace per lui. Io sono qua per la pace e condanno la guerra, condanno le bombe“, aggiunge poi Salvini rispondendo ai cronisti. A chi gli ha chiesto se sia pronto a condannare anche Vladimir Putin, Salvini ha risposto: “Certo, ovvio. Condanniamo la guerra, chiunque condanna la guerra e l’aggressione tranne qualche italiano che è qua a parlare di guerra“.
Polonia e Russia, rapporti tesi da sempre
La Polonia e la Russia hanno avuto storicamente rapporti di scontro, invasioni e tensione. Spesso di reciproco odio e sopraffazione. Acuiti nel Novecento da decenni di appartenenza di Varsavia al blocco sovietico, in stato di sottomissione a una dittatura. Negli anni Ottanta i polacchi guidati da Lech Wałęsa, elettricista dei cantieri Lenin di Danzica, e capo del sindacato indipendente Solidarność, si ribellarono a Mosca e contribuirono indirettamente al crollo del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica.
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