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Il deputato Taruta: “La gente sta uscendo viva dalle macerie del teatro di Mariupol”

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Cosa è successo davvero al Teatro d’arte drammatica di Mariupol, bombardato il 16 marzo in Ucraina e diventato nuovo simbolo di crimini di guerra dei russi? “Le persone che vi si erano rifugiate – sostiene un deputato ucraino – stanno uscendo vive da sotto le macerie.”

Lo afferma Serhiy Taruta, citato da Unian, agenzia di stampa di Kiev. Il rifugio antiaereo ricavato all’interno del teatro di Mariupol avrebbe resistito all’attacco e le persone al suo interno, circa 1.000 secondo alcune fonti, sarebbero sopravvissute. “Dopo una terribile notte di incertezza la mattina del ventiduesimo giorno di guerra, finalmente buone notizie da Mariupol. Il rifugio antiaereo ha resistito. La gente sta uscendo viva dalle macerie!” sostiene il deputato Serhiy Taruta.

Mariupol Teatro Drama BombeMariupol Teatro Drama Bombe
Il teatro di Mariupol prima e dopo il bombardamento. Foto Twitter @DmytroKuleba

Si tratta del politico e uomo d’affari fondatore del partito liberalconservatore Osnova nel 2017. Già candidato alle elezioni presidenziali del 2019, poi ritiratosi per supportare Yulia Tymoshenko (sconfitta da Volodymyr Zelensky).

Il deputato ucraino Taruta, fondatore del partito Osnova. Foto Pavel Zmey / Wikimedia Commons

I dubbi non risolti

Per quanto riguarda il teatro di Mariupol, in precedenza Belkis Wille, referente di Human Rights Watch, aveva detto: “Finché non ne sapremo di più, non possiamo escludere la possibilità di un obiettivo militare ucraino nell’area del teatro, ma sappiamo che il teatro ospitava almeno 500 civili“. “Ci sono serie preoccupazioni – ha aggiunto – su quale fosse l’obiettivo in una città sotto assedio da giorni e in cui telecomunicazioni, elettricità, acqua e riscaldamento sono stati quasi completamente interrotti. Nelle immagini satellitari, come quella che pubblichiamo in primo piano, si vedono due scritte: “bambini” in caratteri cirillici, davanti e dietro la struttura. Chi ha bombardato non ha avuto alcuna pietà.

Sodati del battaglione Azov, famigerato perché composto da neonazisti. Foto Wikimedia Commons

Il Consiglio comunale della città di Mariupol, nel denunciare il bombardamento del Teatro aveva affermato ieri che si trattava di un deliberato atto del nemico. Definito anche dagli inglesi un crimine di guerra.  Un’accusa che Mosca aveva rigettato. Secondo il ministero della Difesa russo sarebbe stata la milizia ultranazionalista e filonazista ucraina del famigerato battaglione Azov a distruggere l’edificio.

Cosa è successo secondo Human Rights Watch

Human Rights Watch – organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani con sede a New York – ha fatto alcune precisazioni, oggi 17 marzo. Ovvero di “non essere stata in grado di contattare telefonicamente nessuno a Mariupol il 16 marzo per determinare se i civili avessero lasciato il teatro immediatamente prima dell’attacco“. In alcune fotografie scattate la mattina del 15 marzo da una dottoressa che stava lasciando la città si vedono “gruppi di persone in abiti civili che cucinano cibo su un fuoco aperto e trasportano secchi di acqua appena fuori dal teatro“. Nelle fotografie non sono visibili veicoli o personale militare. Inoltre dalle testimonianze di alcuni civili fuggiti a Zaporizhzhia emerge che nel teatro si erano rifugiate molte persone.

Feriti all’ospedale di Mariupol, bombardato dai russi il 9 marzo 2022

“A Maripuol morte già 20mila persone”

Secondo un medico “vi risiedevano tra i 500 e gli 800 civili” mentre un volontario impegnato a rifornire i rifugi ha riferito che “la struttura ospitava tra i 500 e i 700 civili“. Sergei Orlov, uno dei vicesindaci della città, ha invece detto alla Bbc che nel teatro si trovavano tra le 1.000 e le 1.200 persone. Il ministro della Difesa ucraina, Oleksii Reznikov, in collegamento con le commissioni Esteri e Difesa del Parlamento europeo, ha descritto la situazione complessiva di Mariupol sotto assedio russo. E ha dichiarato che la città “Viene colpita da missili in continuazione, anche i convogli umanitari vengono bombardati. Si stima che le perdite civili siano 20mila.

LEGGI ANCHE: La serie TV del presidente Volodymyr Zelensky arriva su Netflix

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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