In Ucraina le forze russe stano stritolando la città martire di Mariupol, sul mare d’Azov: bombardata una scuola divenuta rifugio per centinaia di civili. Secondo l’Intelligence ucraina l’élite russa sarebbe pronta a rimuovere Putin dal potere. In Bielorussia, intanto, i lavoratori delle ferrovie boicottano i treni di rifornimento da nord alle truppe russe.
A Mariupol nelle scorse una scuola dove avevano trovato rifugio circa 400 persone è stata bombardata. Lo scrivono BBC e Sky News citando un post su Telegram delle autorità municipali della città. Il bombardamento sarebbe avvenuto ieri sera, 19 marzo. L’edificio sarebbe distrutto: sotto le macerie donne, bambini e anziani, si riferisce nel post su Telegram. La BBC da parte sua specifica che le informazioni non sono state verificate da fonti indipendenti.
“Putin potrebbe essere avvelenato”
L’emittente televisiva ucraina Hromadske – che 2 giorni fa ha denunciato l’arresto e il sequestro a opera dei russi, della propria cronista Victoria Roshchyna – ha reso noto in un Tweet che a Mosca sarebbero in corso manovre per cacciare Vladimir Putin dal potere. “L’élite politica e imprenditoriale russa – è scritto sull’account della televisione – sta valutando la possibilità di rimuovere Putin dal potere. Non sono esclusi avvelenamento, malattia improvvisa o un presunto incidente.” La fonte, spiega Hromadske è la “Direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino“.
Russia’s business and political elite is considering removing Putin from power. Poisoning, sudden illness, or an alleged accident are not ruled out, — Chief Directorate of Intelligence of the Ministry of Defence of Ukraine
— Hromadske Int. (@Hromadske) March 20, 2022
Le forze armate russe affermano intanto di aver sferrato un attacco contro una base militare nella regione di Zhytomyr in Ucraina dove si sarebbero addestrati mercenari stranieri. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax secondo fonti del ministero della Difesa di Mosca. “Oltre 100 membri delle forze speciali ucraine e mercenari stranieri” sarebbero stati uccisi. E per il secondo giorno consecutivo, dopo l’annuncio di ieri, Mosca afferma di aver utilizzato un sistema missilistico ipersonico contro obiettivi militari ucraini.
Lavoratori bielorussi con l’Ucraina
Le truppe russe sul terreno sono invece alle prese non solo con la resistenza degli ucraini, ma anche con continue difficoltà logistiche nelle retrovie. Come quelle che, secondo quanto riporta su Twitter Franak Viačorka – consigliere della leader dell’opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya – riguardano i trasporti ferroviari. “Eroi!” scrive in un post Viačorka. “I lavoratori delle ferrovie bielorusse hanno interrotto il collegamento ferroviario con l’Ucraina in modo che i treni con equipaggiamento russo non potessero essere trasferiti. Lo conferma dal capo delle ferrovie ucraine, che ha ringraziato gli eroi bielorussi.” Franak Viačorka e Sviatlana Tsikhanouska sono oppositori del dittatore bielorusso Alexander Lukashenko.
Sirene d’allarme ovunque
Le sirene d’allarme antiaeree sono risuonate nella notte fra ieri e oggi 20 marzo in quasi tutte le regioni dell’Ucraina. Prima a Kiev e a Leopoli, fra i capoluoghi più importanti dell’ovest. Poi l’allerta anche negli oblast (regioni) di Odessa, Kharkiv, Zaporizhzhia, Sumy, Mykolaiv, Ternopil, Poltava, Kirovograd. Ma anche Ivano-Frankivsk, Dnipropetrovsk, Rivne, Volinia, Cherkasy, Zhytomyr e Vinnytsia.
“Da Mariupol migliaia di deportati in Russia”
Dalla città di Mariupol sotto assedio il sindaco Vadym Boichenko ha parlato di migliaia di residenti “deportati” in remote città della Russia. “Come fecero i nazisti durante la Seconda guerra mondiale“. E le truppe russe stanotte avrebbero bloccato un convoglio di autobus che si dirigeva verso Mariupol per evacuare i residenti. “Fare questo a una città pacifica, quello che hanno fatto gli occupanti, è una cosa terribile che sarà ricordata per i secoli a venire“, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I residenti della città ucraina assediata di Mariupol vengono obbligati a migliaia a trasferirsi in Russia: è quanto afferma il Kyiv Independent, che cita come fonte il municipio di Mariupol. “I civili verrebbero portati in campi dove i russi controllano i loro cellulari e i loro documenti per poi deportarli verso città remote della Russia”, scrive ancora il giornale ucraino in un tweet.
Australia: “Visto di 3 anni ai profughi dall’Ucraina“
All’Ucraina è arrivato stamani 20 marzo nuovo supporto internazionale, dall’Australia. La ministra degli Esteri, Marise Payne, ha annunciato che il Paese donerà a Kiev almeno 70.000 tonnellate di carbone termico per garantire la sicurezza energetica dell’Ucraina. Ai profughi che arriveranno in Australia le autorità concederanno un visto di tre anni, che consentirà loro di ottenere l’assicurazione sanitaria e permessi di lavoro. Canberra ha bloccato, inoltre, le esportazioni in Russia di materie prime per la produzione di alluminio. Una misura che “avrà un grande impatto sulle industrie degli armamenti della Russia“, secondo la ministra Marise Payne.
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