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La guerra dei media: Anonymous hackera il Facebook russo. Mosca blocca il sito sui servizi segreti

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Il gruppo di hacker e attivisti internazionali di Anonymous ha violato il social network VKontakte, il Facebook della Russia. Agli utenti informazioni su ciò che sta accadendo realmente in Ucraina. Mosca ha invece censurato Agentura.ru, storico sito che informa i russi su cosa succede nel mondo degli agenti segreti dell’FSB.

Roskomnadzor (l’organismo che controlla le comunicazioni in Russia, ndr.) ha bloccato l’accesso al sito web Agentura.ruscrive la redazione sul sito, visibile fuori dai confini russi. Le motivazioni sono le stesse di quando “hanno iniziato a bloccare siti di notizie indipendenti nella primavera del 2014 durante l’annessione della Crimea.C’è anche un motivo specifico che ha causato la reazione dei censori: le informazioni sulle epurazioni iniziate nell’FSB. Continueremo il nostro lavoro. Il prossimo passo logico è toglierci il nome di dominio, perché gli agenti si trovano sul dominio .ru. Siamo pronti per questo: il sito è già duplicato sul dominio agentura.co.uk“. Agentura.ru esiste dal 2000, lo realizzano i giornalisti investigativi russi Andrei Soldatov e Irina Borogan. 

Russia, Anonymous viola VKontacte

Gli hacker puntano a far sapere anche, se non soprattutto, il numero di morti tra civili e militari, sia dell’esercito di Kiev che di quello di Mosca. Uno dei messaggi che hanno fatto irruzione sul social VKontakte recita così: “L’esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e infrastrutture civili. Decine di migliaia di persone sono rimaste ferite e più di 5.000, di cui 100 bambini, sono morte” si legge in parte del messaggio. L’account ufficiale Anonymous Operations su Twitter ha confermato la notizia, ripresa anche dal sito TechCrunch, pubblicando altri messaggi inviati agli iscritti di VKontakte. Come il seguente. “Nessuno dei compiti che l’esercito russo ha fissato in Ucraina si è adempiuto. Centinaia di unità di equipaggiamento distrutte, decine di migliaia di soldati feriti, 560 prigionieri e più di 11mila morti“. Fino allo scorso ottobre, riporta l’Ansa, il social, fra i più diffusi in Russia, contava quasi 409 milioni di utenti.

VKontakte, il Facebook dei russi

Proprio Anonymous aveva lanciato, nei primi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, il sito web 1920.in per consentire a chiunque di mandare sms a numeri di telefono russi con testi personalizzati e pre compilati. Come ad esempio: “Cari russi, i vostri media sono stati censurati. Il Cremlino sta mentendo“, con l’obiettivo di superare la censura messa in atto da Mosca nei confronti dell’informazione internazionale sulla guerra. Stando al sito dell’ucraino The Kyiv Independent, Anonymous avrebbe però anche violato i profili degli utenti di VKontakte. Anticipando che tutti i sostenitori di Putin verranno individuati e “puniti“.

Anonymous sui canali Tv russi

Due settimana fa, inoltre, il collettivo internazionale di Anonymous avrebbe hackerato alcuni canali televisivi russi e trasmesso video della guerra in Ucraina. Non solo: avrebbe esplicitamente invitato i cittadini della Russia a opporsi all’invasione. La prima a riportare la notizia è stata l’agenzia ucraina Ukrinform. Anonymous aveva affermato di aver colpito le trasmissioni della tv di Stato russa per far passare filmati della guerra e di aver violato canali tra cui Rossiya 24, Channel One  – l’emittente statale in cui ha fatto poi irruzione la giornalista pacifista russa Marina Ovsyannikova – e Moscow 24. Oltre a servizi streaming Wink e Ivi. La Bbc aveva in quell’occasione precisato di poter verificare l’attacco in modo indipendente, mentre il gruppo di hacker parlava della “più grande operazione Anonymous mai vista“. E il sito Security Affairs riportava i tweet pubblicati dal gruppo di hacjer, a riprova dell’avvenuta intrusione sulle Tv russe. “Possiamo cambiare il mondo in meglio. L’idea è sempre stata questa” dichiaravano i pirati informatici.

Da sin., Andrea Soldatov e Irina Borogan di Agentura.ru. Foto Twitter @AndreiSoldatov

LEGGI ANCHE: Ucraina, bombe russe su Kiev. Biden in Polonia il 25 marzo

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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