NewsPoliticaPrimo piano

Draghi alla Camera: “Spese militari al 2% del Pil, lo abbiamo promesso alla NATO”

Informativa del premier prima del Consiglio Ue in cui si parlerà dell'Ucraina, dell'elettricità, del gas e del caro prezzi delle bollette

Alla Camera l’intervento di Mario Draghi. Domani 24 e venerdì 25 marzo il Consiglio europeo discuterà dell’invasione russa in Ucraina. Ma anche di sicurezza e difesa comune, energia, questioni economiche e relazioni esterne della Ue. E anche di Covid.

Davanti agli orrori della guerra l’Italia lavora con determinazione per la cessazione delle ostilità” ha detto Draghi stamani 23 marzo in un’informativa alla Camera dei Deputati. “Lo sforzo diplomatico potrà avere successo solo quando lo vorrà realmente Mosca“, ha detto. Il premier ha quindi sottolineato l’importanza del ‘fattore’ Cina. “Fondamentale è che l’Ue sia compatta nel mantenere spazi di dialogo con Pechino” ha detto dichiarato Draghi alla Camera. “Dobbiamo ribadire l’aspettativa che Pechino si astenga da un supporto a Mosca e sostenga lo sforzo di pace“, ha aggiunto.

Aeronautica Militare Italia
Foto Twitter @ItalianAirForce

“Difesa comune in Europa”

Draghi ha quindi esposto le sue idee sui temi della sicurezza e della difesa europea. “Nel percorso verso una difesa comune è essenziale sviluppare capacità adeguate per essere un fornitore di sicurezza credibile. Ciò può avvenire soltanto se rafforziamo la nostra industria della difesa e la rendiamo più competitiva dal punto di vista tecnologico ma soprattutto meglio integrata a livello europeo. Abbiamo tutti da guadagnare da un miglior coordinamento anche nell’ambito della difesa“.

Guerini Ministero Difesa
Al centro il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Foto Twitter @guerini_lorenzo

In termini di spese militari vogliamo adeguarci all’obiettivo del 2%” del Pil, “che abbiamo promesso nella NATO“, ha detto Draghi, nella sua replica, rispondendo a una sollecitazione della deputata Mara Lapia del Gruppo Misto. Invece “le speranze in una forte ripresa economica si affievoliscono“. La promessa a cui allude Draghi è relativa al fatto che nel 2014 la NATO ha prescritto per i suoi Stati membri la crescita in 10 anni delle spese militari fino al 2% del Pil. Oggi in Italia tale spesa, aumentata negli ultimi anni, resta comunque all’1,4% del Pil. Quasi impossibile che arrivi al 2% nel 2024. Nel 2020 il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha istituito un Fondo per le esigenze di difesa nazionale già alimentato con 12,5 miliardi di euro sia nella Legge di Bilancio 2021 e altrettanti in quella del 2022. L’obiettivo del Governo mobilitare 60 miliardi di euro nei prossimi 15 anni: una media di 4 miliardi di euro all’anno.

Draghi, energia prezzi e stoccaggi

Il consiglio Ue si confronterà sull’aumento dei prezzi dell’energia“, “ancora molto alti rispetto al livelli storici, più di 5 volte rispetto a un anno fa“, ha detto Draghi. Il quale ha ricordato il pacchetto di misure varato dall’ultimo Consiglio dei ministri a favore di famiglie e imprese. E si è detto “consapevole” della necessità di altri interventi e di una “risposta europea: serve una gestione comune del mercato dell’energia“. “Serve un approccio condiviso – ha ribadito Draghi – sugli stoccaggi per rafforzare il potere contrattuale verso i fornitori, la creazione di un tetto Ue al prezzo del gas è al centro di un confronto con la presidente della Commissione, von der Leyen. Vogliamo spezzare il legame tra prezzo del gas e ed elettricità, che è in parte prodotta da fonti alternative, il cui prezzo non ha nulla a che vedere con quello del gas“.

LEGGI ANCHE: Udienza Generale 23 marzo, Papa Francesco esorta: “Fare delle armi strumenti di pace”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio