Aretha Franklin è stata senza dubbio un’artista con una carriera da record; ma prima di tutto ha rappresentato il simbolo di una cultura e di quel riscatto verso la ‘libertà’ che in Think si ripete per ben otto volte nel ritornello. Un’interprete dalle doti canore incredibili, una cantautrice dal talento inestimabile e una pianista che della musica soul ha fatto un mezzo per esprimere i tratti più veri della sua anima.

Avrebbe compiuto 80 anni il 25 marzo del 2022 ma, a causa di una malattia, si è spenta a 76 anni; Aretha Franklin ha lasciato un’eredità che supera i confini della musica per approdare in quelli della cultura. L’anima e la voce della rivalsa dell’America nera; interprete dei diritti violati e da conquistare e della violenza contro la quale combattere. Molto più di una voce potente, Lady Soul è un’icona intramontabile.

Nata a Memphis il 25 marzo del 1942, ma cresciuta a Detroit, Aretha Franklin è stata protagonista non solo della musica, ma anche della storia e del costume di un popolo. All’apice del successo per tutta la sua carriera, nessuno potrà mai dimenticare il suo contributo nella lotta e nel grido di libertà per l’emancipazione femminile.

Aretha Franklin storia di un talento

Figlia del predicatore C.L. Franklin (amico tra l’altro di Martin Luther King), Aretha Franklin ha iniziato a cantare nella chiesa del padre, rivelando un talento incredibile sin da bambina; impara a suonare il pianoforte e a soli 14 anni incide le prime registrazioni firmando anche il primo contratto discografico. Nel 1956 esce il primo album Songs of Faith e nel 1960 pubblica Today I sung the blues. È il 1961 quando arriva il primo album con la Columbia Records, dal titolo Aretha: with the Ray Bryant combo; il successo è clamoroso e il traino è il singolo Rock-a-bye. Da 1964 si apre una carriera fatta di album, singoli di successo, ospitate in programmi televisivi e varietà che ben presto la consacreranno a regina indiscussa della musica soul.

La sua carriera artistica si intreccia con quella dei più grandi cantanti soul e r&b americani: Sam Cooke, Ray Charles, Curtis Mayfield, Stevie Wonder, Whitney Houston o Lauryn Hill, sono solo alcuni dei nomi più celebri che hanno condiviso esperienze musicali con Aretha Franklin. Ma al di là delle sue dote vocali, riconosciute in tutto il mondo, la cantante è stata (ed è insostituibilmente ancora) icona di valori che passano dall’emancipazione femminile, fino ad arrivare alla lotta contro il razzismo e la violenza di genere. Valori che esprimeva con il suo canto; con quegli acuti improvvisi alternati ai toni bassi che sprigionavano la sua anima fatta di gioie e sofferenze.

“Freedom”

Il giorno di San Valentino del 1967, seduta al piano negli studi di registrazione della Atlantic Records a New York, trasformò una canzone di Otis Redding in un inno dell’emancipazione femminile e del movimento per i diritti civili; nata con tutt’altra intenzione Respect si trasformava in uno dei capolavori di Aretha Franklin. La cantante aveva donato al testo un significato nuovo; dalla semplice di richiesta di qualcosa di negato Respect diventava la richiesta di una donna che chiedeva rispetto, ma urlando “lo pretendo“. E appena un anno dopo, arrivava Think in cui l’inno alla femminilità e alla libertà è un grido che ritorna instancabilmente nel ritornello: “Freedom“.

Ma Aretha Franklin vive all’interno dei suoi testi come in Chain of Fools nel quale racconta una relazione turbolenta e violenta, proprio come quella che stava attraversando con il marito Ted White. In grado come solo pochi e grandi artisti sanno fare di tramutare le sue esperienze, anche quelle più intime e dolorose, in arte; non a caso, tanti dei suoi più indimenticabili successi sono nati in momenti drammatici della sua vita.

L’artista dell’anima

Simbolo indiscusso di chi, nonostante tutte le cadute che la vita offre, è in grado di rialzarsi e farlo sempre con coraggio e lo stile di chi sa lottare per la propria vita. Forse per la personalizzazione di ogni suo testo, forse per la capacità di donare la sua anima (il suo soul) ad ogni canzone; forse per il suo grande carisma, ma una cosa è certa: Aretha Franklin ha saputo leggere negli animi di tante generazioni. Sono 38 gli album incisi in studio, e a conferma della capacità di leggere e interpretare i tempi, ricordiamo Aretha Franklin Sings The Great Diva Classic del 2014; album nel quale intercetta il gusto del pubblico del Terzo Millennio con sonorità moderne che non eclissano però il suo stile preciso, inconfondibile e unico.

In 60 anni di carriera è stata in grado di spaziare dal gospel al jazz, dal blues all’r&b, fino ad arrivare al pop. Ed è per questo che, indiscutibilmente, rientra nella rosa degli artisti da record. La prima donna a far parte della Rock and Roll Hall Of Fame, Aretha Franklin è stata anche la prima artista a ricevere (postuma) la Menzione Speciale del Premio Pulitzer per il suo “contributo indelebile alla musica e alla cultura americana degli ultimi cinquant’anni“. Con i suoi 18 Grammy Award (di cui 8 vinti consecutivamente dal 1968 al 1975) è la seconda più premiata con con questo riconoscimento; Aretha è anche la prima nella classifica dei 100 migliori cantanti di tutti i tempi di Rolling Stone. Ma non servono i record per ricordare l’artista, che cantando della libertà in senso lato, ha permesso alla sua anima di restare immortale.

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