Tennis, La mano operata di Berrettini e il ritorno di Sinner
La decisione del romano per non pregiudicare il prosieguo della stagione e il ruggito dell'altoatesino a Miami
L’operazione alla mano di Matteo Berrettini ieri per non compromettere il prosieguo della stagione. E finalmente una prova più che convincente di Sinner sul campo a Miami, torneo che è innegabile, l’anno dopo la finale, la sua prima in un Mille, gradisca assai.
L’intervento di Matteo Berrettini per non pregiudicare completamente la stagione sulla terra, che prenderà il via a Monte Carlo il prossimo 9 aprile con tappa cruciale per lui a “casa” per gli Internazionali di Roma dal 2 maggio. Per non parlare di rientrare al meglio nel torneo a cui è fortemente interessato dopo la splendida prestazione dello scorso anno: Wimbledon. Intanto finalmente ieri dopo tante prestazioni non all’altezza di quello che per primo Jannik Sinner si attende da se stesso, è tornato a vincere. Ma soprattutto ad essere psicologicamente più forte dell’avversario – di Kyrgios parliamo dopo – in un torneo che ha dimostrato di amare molto già lo scorso anno: il Mille di Miami in cui deve difendere i punti della finale dello scorso anno.
Gli auguri di pronta guarigione a Matteo Berrettini
Nella tarda serata di ieri un post sul suo profilo ha annunciato l’operazione del gigante azzurro: “Dopo il ritiro dal torneo di Miami a causa di un infortunio alla mano destra, io e il mio team abbiamo parlato con medici e specialisti, avendo effettuato tutti i controlli e gli accertamenti del caso, ci hanno consigliato di procedere con una piccola operazione per garantire un rapido e completo recupero. Oggi mi sono sottoposto all’operazione ed è andata molto bene. I medici ed il mio team stanno già discutendo del programma per tornare in campo e appena avremo un quadro più chiaro vi fornirò maggiori aggiornamenti. Come sempre grazie mille per il vostro supporto🙏🏼”.
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Il n.1 azzurro con ogni probabilità userà la stagione sulla terra rossa per prepararsi fisicamente al meglio per affrontare quella sull’erba, in cui lo scorso anno ha dimostrato di essere largamente dominante con la prima vittoria della storia italiana al Queen’s e la prima finale per un azzurro a Wimbledon. Non resta che unirsi al coro di incoraggiamento che ha inondato i suoi account, certi che farà di tutto per scendere al meglio in campo sul Centrale del Foro Italico ad inizio maggio.
Miami: That’s the american Sinner
That’s the american Sinner, parafrasando la nota canzone, perché è evidente che di questa fase dell’anno, dai campi al clima torrido – contro ogni pronostico – Jannik apprezzi proprio tutto. E in crescendo, come accade spesso a chi come lui incarna un tennis che cresce di set in set, di partita in partita, appare più in fiducia. Meno emotivo e questo torna tutto in un servizio più stabile. Non facile poi non lasciarsi trasportare dalla “follia” di Nick Kyrgios – l’avversario sconfitto seccamente ieri agli ottavi in due set 7-5, 6-3 – che ha mostrato quasi tutto il repertorio: litigi, racchette rotte e copione visto e rivisto. In passato l’altoatesino aveva mostrato sofferenza contro i più istrionici Monfils, Tiafoe, tanto da lasciare anche qualche match sul campo.
Ieri invece ha mostrato la sua forza tranquilla, con il fuoco dentro, durante lo show avversario. Il n.11 del mondo ha fatto valere quella che è uno degli indicatori sullo stato di forma di un tennista: far valere la classifica. L’australiano è assai indietro e un motivo ci sarà. Il n.2 due azzurro è apparso più aggressivo – solo sul campo e quando serviva – e non si è lasciato dominare da quello che sulla carta ha tutti i colpi più forti dei suoi. Oggi poi l’attende la sfida nei quarti con l’argentino Francisco Cerundolo, uno abituato a lottare, con pochi fronzoli e che sta facendo bene, favorito dal forfait proprio di Berrettini. Sinner è largamente favorito, per provare poi la prima vera sfida pesante: quella con il vincente tra Zverev e Ruud.
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Miami Open alle battute finali
Nella parte alta del tabellone di Miami infine si profila uno scontro gladatorio in semifinale. Da un lato il baby fenomeno Carlos Alcaraz che ha liquidato in due set Tsitsipas, dimostrando ancora una volta che il gioco difensivo – anche se il giovanissimo spagnolo non è affatto un terraiolo – alla lunga prevale sul talento e sullo spettacolo. Come anni di Federer contro Nadal ci hanno purtroppo insegnato. E poi l’incognita dei quei 55 punti che mancano a Medvedev per tornare n.1 in vista di una parte di stagione in cui il russo lo scorso anno fu tremendo e in cui Djokovic ha fretta di tornare a giocare. E deve vincere!
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