Lungi dal volgere al termine, la guerra in Ucraina sembra aggravarsi di giorno in giorno. Un incendio si è sviluppato oggi 1 aprile in un deposito di petrolio vicino ad aree abitate, nella regione di Belgorod, in territorio russo a 25 chilometri dal confine ucraino.
Mosca ne attribuisce la responsabilità all’attacco di 2 elicotteri delle forze ucraine, entrati nello spazio aereo russo a bassa quota. Lo afferma su Telegram Vyacheslav Gladkov, governatore dell’Oblast (la regione) di Belgorod. Sono almeno 8 i serbatori di petrolio incendiati nel presunto attacco di elicotteri dell’Ucraina a un deposito di carburante, scrive l’agenzia di stampa russa Tass che cita fonti locali. Intanto il Governo di Mosca – fa sapere sempre la Tass – ha inviato sul posto almeno 170 vigili del fuoco coadiuvati da 50 mezzi per spegnere il rogo, di notevoli dimensioni. I soccorritori hanno fatto sgomberare le abitazioni nelle vicinanze. Non ci sarebbero feriti.
Ucraina, “i russi depredano i bus di aiuti“
In Ucraina, intanto, restano estremamente difficili le operazioni di evacuazione della popolazione dalle città assediate dai russi. La BBC documenta come un convoglio della Croce Rossa che trasportava aiuti umanitari e medici a Mariupol è bloccato a Zaporizhzhia. Non ci sono ancora le garanzie di sicurezza per poter effettuare l’operazione. Altri autobus, più di 40, hanno viaggiato giovedì 31 marzo ma, secondo fonti ucraine, sono quasi tutti fermi a Berdyansk, in territorio controllato dai russi. Secondo la BBC soldati russi hanno depredato alcuni pullman rubando gli aiuti umanitari che trasportavano. Un piccolo numero di autobus sarebbe però riuscito a compiere la missione e a tornare a Zaporizhzhia con civili a bordo.
Un deposito di carburante sarebbe andato a fuoco questa mattina nei pressi #Belgorod, #Russia pic.twitter.com/X0MPpjmWOG
— OSINT-I (@OSINTI1) April 1, 2022
Russia al contrattacco nel Donbass
Sul terreno le operazioni militari continuano senza sosta. Secondo l’agenzia di stampa Ansa, le forze russe si stanno raggruppando e si preparano a sferrare “possenti attacchi” contro il Donbass e il sud dell’Ucraina, a cominciare dalla città di Mariupol. È stato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a lanciare l’allarme in un nuovo messaggio video nel cuore della notte. Il possibile sgombero di almeno una parte dei civili da Mariupol potrebbe avvenire prima che si scateni una tempesta bellica ancora più forte.
Chernobyl, emergenza nucleare
In questo senso la previsione di Zelensky appare in linea con quanto hanno osservato in queste ore i servizi d’intelligence occidentali e la NATO. Ovvero che i russi si stanno muovendo da Kiev e dal nord per riposizionarsi verso il sud e il Donbass, a est. Nel nord dell’Ucraina, non lontano dal confine con la Belorussia, le truppe di Mosca avrebbero abbandonato la centrale nucleare di Chernobyl. La struttura avrebbe subito gravi danni. E diversi militari che forse hanno scavato trincee nella cosiddetta foresta rossa, sarebbero rimasti contaminati dalle radiazioni. Tanto che, secondo l’agenzia ucraina Unian, 7 pullman carici di soldati affetti da sindrome da radiazioni acute sarebbero rientrati in Bielorussia. Sui social non mancano video da cui emerge che l’attività bellica attorno alla centrale, fin dal primo giorno della guerra, avrebbe aumentato il livello di radiazioni nell’aria. “Fa parte della loro tattica” dice il presidente Zelensky riferendosi ai movimenti dei russi. “Sappiamo che si allontanano dalle zone dove li stiamo battendo per concentrarsi su altre molto importanti dove per noi può essere più difficile“.
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