“Oltre alla vittoria, il popolo dell’Ucraina non accetterà nessun risultato“. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Fox News. Dichiarazioni concesse nelle ore in cui le truppe russe si sarebbero ritirate dall’aeroporto di Gostomel vicino a Kiev. Da Roma Papa Francesco valuta come possibile un suo viaggio in zona di guerra.
Francesco, possibile visita in Ucraina
Santità, sta prendendo in considerazione l’invito ad andare a Kiev? “Sì, è sul tavolo“. Così, spiega Gian Guido Vecchi su Corriere.it, Papa Francesco ha risposto, oggi 2 aprile, a un giornalista che gli chiedeva dell’invito che gli aveva rivolto il presidente ucraino Zelensky il 22 marzo. Il Papa ha parlato mentre era in volo verso Malta.
Sul terreno di guerra, a Gostomel, la zona dell’aeroporto di Kiev, durissime battaglie si sono svolte fin dall’inizio del conflitto. Ma ormai, stando all’intelligence militare britannica, gli invasori hanno lasciato il campo alle forze armate ucraine. “Una vittoria della verità significa una vittoria per l’Ucraina e gli ucraini” ha detto ancora a Fox News Volodymyr Zelensky. “La domanda è quando finirà. Questa è una domanda profonda. È una domanda dolorosa.”
Alla domanda su che cosa sia “disposto ad accettare” al fine di garantire un accordo di pace, il presidente dell’Ucraina ha risposto: “Non scambiamo il nostro territorio. La questione dell’integrità territoriale e della sovranità è fuori discussione“. Infine, una risposta secca alla domanda se sia stata l’Ucraina a colpire il deposito di petrolio a Belgorod, sul suolo russo. “Mi dispiace, non discuto nessuno dei miei ordini come comandante in capo. Ci sono cose che condivido solo con le forze armate militari dell’Ucraina e quando parlano con me“.
Ucraina, carri armati sovietici dagli Usa
Da parte sua il Pentagono ha stanziato 300 milioni di dollari di ulteriori aiuti militari per l’Ucraina. In particolare nel pacchetto di aiuti sono compresi missili guidati da laser, droni kamikaze Switchblade (con testate esplosive) e droni leggeri di tipo Puma (da ricognizione). L’amministrazione Biden, inoltre, lavorerà con gli alleati per trasferire agli ucraini tank di fabbricazione sovietica da impiegare nel Donbass. Lo scrive il New York Times, citando un ufficiale americano e sottolineando che è la prima volta che gli Usa inviano carri armati in Ucraina dall’inizio della guerra.
Si tratta di aiuti militari considerati come necessari all’Ucraina, al fine di contenere la nuova offensiva russa, prevista nei prossimi giorni in varie zone del paese, specie al sud e all’est. Zelensky ne è sicuro: “Le forze russe si stanno ammassando nel Donbass, verso Kharkiv, e si stanno preparando per attacchi ancora più potenti. Ora si stanno ritirando dal nord dell’Ucraina in un modo lento ma evidente. Chiunque torni in questa zona deve stare molto attento. È ancora impossibile tornare alla vita normale, bisogna aspettare che la nostra terra venga bonificata e finché si sarà certi che non ci saranno nuovi bombardamenti“.
“A Mariupol 5 mila morti”
Nella notte le sirene dell’allarme aereo hanno risuonato in tutte le principali città ucraine, da Kiev a Odessa. La contraerea ha intercettato 3 missili balistici lanciati verso quest’ultima città. Bombardamenti anche nelle regioni di Poltava (zona centro-orientale del paese) e di Lugansk (nel Donbass), dove sono andate distrutte infrastrutture e parti di zone residenziali. La situazione più difficile resta quella di Mariupol, la città martire del sud, sul Mare d’Azov, ormai da settimane sotto assedio delle forze russe. Secondo Zelensky almeno 5mila persone sono state uccise. E sono in corso trattative per la rimozione dei corpi dalle strade. Si stima – ha aggiunto – che “circa 170mila persone stiano ancora lì ad affrontare la carenza di cibo, acqua e elettricità“.
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