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Muro di Berlino, il “bacio fraterno” del potere che opprime è fra Putin e Schroeder

L'ex cancelliere socialdemocratico tedesco nella bufera in Germania per non aver interrotto gli affari con la Russia, malgrado l'invasione dell'Ucraina

Il celebre graffito del “bacio fraterno” fra Honecker e Breznev, il Bruderkuss, rappresentato sul tratto del Muro di Berlino noto come East side gallery, è stato temporaneamente coperto. Sopra qualcuno ha posto un’altra immagine: quella dell’ex cancelliere Gerhard Schröder, che abbraccia amichevolmente Vladimir Putin.

Ad accorgersene per primi sono stati i cronisti dell’emittente locale berlinese RBB, che hanno immortalato il tutto sul loro sito (foto in alto a sinistra). Occorre sottolineare che il riferimento al “bacio fraterno” fra l’allora capo dell’Unione sovietica, Leonid Breznev, e il leader della Repubblica democratica tedesca (satellite dell’Urss, la Ddr), Erich Honecker, è molto sarcastico nei confronti di Gerhard Schröder. Nel 1979 fu scattata la celebre foto in cui Breznev e Honecker si baciano alle celebrazioni del trent’anni della Ddr. Un rito dei leader dei paesi socialisti che non di rado, soprattutto se c’era di mezzo Breznev, spiega il sito di Rivista Studio, comprendeva baci sulla bocca. Un’immagine che nel 1990 l’artista moscovita Dmitri Vrobel ritrasse nell’ancor più celebre graffito sul Muro di Berlino, intitolandola My God, Help Me to Survive This Deadly Love.

Ora è l’ex cancelliere socialdemocratico, 77 anni, a finire nel mirino di un ‘amore tossico‘. Schröder è infatti oggetto di critiche fortissime in Germania per non aver preso le distanze da Putin e non aver rinunciato ai suoi incarichi in Russia appena Mosca ha invaso l’Ucraina.

Schroeder Wikimedia Commons
L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Foto Wikimedia Commons

Schröder è presidente del consiglio di sorveglianza di Rosneft, compagnia petrolifera russa le cui quote di maggioranza sono in mano allo Stato. Ed è candidato a entrare nell’organo analogo di Gazprom, la multinazionale di San Pietroburgo controllata dal Governo che estrae e vende il gas naturale. Riguardo alla guerra in Ucraina, fino a oggi l’ex cancelliere si è limitato a tentare una missione di mediazione con Putin. Un’operazione apparsa azzardata, che si è svolta all‘insaputa del governo tedesco, facendo irritare Berlino. E che non ha portato a nulla.

La Spd infuriata con l’ex cancelliere

È dai primi giorni della guerra in Ucraina, ha spiegato Roberto Brunelli di Agi, che i vertici del Spd (il Partito socialdemocratico tedesco che ha vinto le elezioni dello scorso settembre ed esprime il nuovo cancelliere Olaf Scholz) hanno inviato una lettera aperta a Schröder. Nella missiva gli hanno esplicitamente chiesto di abbandonare immediatamente tutti gli incarichi nei colossi russi dell’energia Rosneft e Nord Stream. “Non è conciliabile con la posizione della socialdemocrazia che Schroeder mantenga incarichi in aziende di Stato della Russia” aveva tuonato uno dei due capi dell’Spd Lars Klingbeil.

Schroeder Putin
Schröder con Putin in una foto d’archivio / Wikimedia Commons

Ma non è da ora che Gerhard Schröder si trova al centro di polemiche in Germania. Ha governato fra il 1998 e il 2005, succedendo a Helmut Kohl, il padre della riunificazione del 1990. Ed è stato il predecessore del lunghissimo cancellierato di Angela Merkel (2005-2021). Le critiche che lo stanno travolgendo a Berlino erano cresciute quando Schröder aveva definito un “tintinnar di sciabole” la richiesta dell’Ucraina di forniture di armamenti da parte della Germania. E poi sono deflagrate per il mancato ed esplicito distanziamento da Vladimir Putin dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. In Germania in tanti ricordano come in diverse occasioni Schröder si fosse definito “amico personale” del capo del Cremlino.

Schröder, il Borussia gli revoca la tessera

Oggi l’ex cancelliere socialdemocraticoè completamente isolato” nel partito, sostengono i leader della Spd, Lars Klingbeil e Saskia Esken. “Non c’è nessuno” che giustifichi neanche “alla lontana” il suo atteggiamento. Anzi, egli rischia provvedimenti disciplinari fino all’espulsione. Qualcosa che è già accaduto, in un certo senso, da un altro punto di vista. Il Borussia Dortmund, la sua squadra del cuore di Gerhard Schröder, ha revocato la sua tessera di membro onorario.

Breznev Honecker Bacio
Il “bacio socialista”, realmente accaduto, fra Leonid Breznev (a sinistra) e Erich Honecker (a destra). Foto dal sito ilpost.it

Zelensky contro Angela Merkel

In tema di ex cancellieri, però, neppure Angela Merkel se la passa molto bene. “Mutti” (mamma in tedesco, n.d.r.) come la chiamavano quando era al potere, è a Firenze apparentemente in vacanza, ma dall’Ucraina le arrivano le forti critiche del presidente Volodymyr Zelensky. Il quale ha polemicamente invitato lei e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy a Bucha, la città vicina a Kiev dove si addebita alle truppe russe di aver compiuto massacri efferati di cittadini inermi. Zelensky ha chiesto a Merkel e Sarkozy di prendere atto della loro “politica fallimentare” sulla Russia, frutto anche della pregressa decisione di non ammettere Kiev nella NATO. L’ex cancelliera, ha fatto sapere una portavoce all’agenzia di stampa Dpa, “si riconosce nella decisione presa al vertice Nato del 2008 a Bucarest“. Merkel però ha dichiarato di appoggiare ogni sforzo del governo tedesco e ogni sforzo internazionale per sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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