Terremoto dell’Aquila, il Braciere della Memoria accesso da atleti ucraini
Il 6 aprile 2022 il 13° anniversario del sisma. Per la prima volta cerimonia nel Parco inaugurato da Draghi l'anno scorso
La scorsa notte L’Aquila si è stretta nel ricordo delle vittime del terremoto di 13 anni fa. Alle 3:32 del mattino del 6 aprile 2009 una scossa sismica di magnitudo 6.3 uccise 309 persone provocando danni enormi alla città e a molti paesi vicini.
Il capoluogo d’Abruzzo, il suo territorio, e quello di altri 56 comuni ne uscirono devastati. Stanotte si è ripetuta la tradizionale fiaccolata in memoria delle 309 vittime del terremoto, dopo lo stop durato due anni a causa delle misure anti Covid. Sono stati circa 2mila i partecipanti al corteo. Alle 21 di ieri 5 aprile, nell’area antistante il tribunale, in via XX Settembre, si sono radunati i cittadini, il Comitato familiari delle vittime e le autorità.
Dopo un percorso di 800 metri, la sosta davanti all’ex Casa dello Studente, dove hanno perso la vita 8 universitari. Quindi l’arrivo al Parco della Memoria, a piazzale Paoli, inaugurato lo scorso anno, fra le polemiche, alla presenza del premier Mario Draghi. Lì il “braciere della memoria“, omaggiato dalla presenza di un alpino, un agente di polizia, un carabiniere, un finanziere e un agente di polizia municipale. Ad accenderlo, un’atleta della Nazionale ciclisti dell’Ucraina, Valeria Kononenko, insieme a un vigile del fuoco (entrambi nella foto in primo piano). Quest’anno, infatti, nell’anniversario del terremoto, si volevano idealmente ricordare tutte le vittime del Covid e delle guerre nel mondo.
Terremoto 2009, gli eventi per ricordare
Come negli altri anniversari del terremoto si è ripetuta la lettura dei 309 nomi delle persone morte a causa del sisma. Nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in Piazza Duomo, il cardinale arcivescovo, Giuseppe Petrocchi, ha celebrato la messa, prima di una veglia di preghiera. Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha pronunciato un breve discorso per rappresentare il sentimento della popolazione. Un maxischermo ha consentito ai cittadini di assistere alla fiaccolata e alla funzione religiosa, mentre un fascio di luce azzurra, simbolo di speranza, è stato proiettato verso il cielo.
I trecentonove rintocchi
Alle 3.32, l’ora della scossa di terremoto, ci sono stati i 309 rintocchi dal campanile della chiesa. Per tutta la giornata di oggi, 6 aprile, è stato proclamato il lutto cittadino con l’esposizione a mezz’asta, e listate a lutto, delle bandiere sugli edifici pubblici. Al mattino di oggi 6 aprile si è tenuto un momento di raccoglimento davanti la Casa dello studente; al Parco della Memoria si è svolto un “open mic“: momento di riflessione aperto a tutti e promosso dal Comitato dei Familiari. “Invito tutta la cittadinanza – ha sottolineato il sindaco Pierluigi Biondi – a indossare in questi giorni il Fiore della Memoria“. Si tratta della spilla celebrativa ideata dal Comune dell’Aquila che raffigura un fiore di zafferano, un croco, simbolo identitario del territorio. “Per ricordare con speranza le vittime del sisma, del Covid e di tutte le guerre“.
A che punto è la ricostruzione
Dopo 13 anni dal terremoto L’Aquila aspetta ancora il completamento della ricostruzione. Quella dell’Aquila è, di fatto, una ricostruzione a più velocità. Come ha spiegato lo scorso anno sul sito del Fatto Quotidiano la ricercatrice aquilana Giulia Cimini, esiste la ricostruzione dei cantieri privati di case e palazzi, conclusa all‘85% dopo 12 anni. Il suo completamento è in teoria previsto entro il 2023. C’è poi la ricostruzione degli edifici pubblici che ha proceduto molto più lentamente ed è a poco più del 50% (dati sempre relativi al 2021). I progetti della ricostruzione, inoltre, favoriscono la città rispetto al cosiddetto ‘cratere‘. Ossia i borghi e le frazioni che le ruotano intorno, ugualmente colpiti, se non di più, dal terremoto. Si ricorderà il caso della piccola frazione di Onna, rasa quasi completamente al suolo, che fu visitata personalmente dall’allora cancelliere tedesca, Angela Merkel.
LEGGI ANCHE: Udienza Generale 6 aprile, Papa Francesco: l’impotenza della Nazioni Unite nella guerra in Ucraina