Fabrizio Moro: la sua voce tra parole e musica
Il cantante compie oggi 47 anni, un numero importante perché testimone del suo debutto anche al cinema nelle vesti di regista
Ci sono tre istantanee che potrebbero raccontare il presente di Fabrizio Moro. La prima è quella che lo ritrae mentre si esibisce in Sei tu per cui ha vinto il Premio Sergio Bardotti per miglior testo a Sanremo. La copertina dell’EP La mia voce. La terza è il poster di di Ghiaccio, film che vede per la prima volta il cantante nelle vesti di regista al fianco di Alessio De Leonardis.
Fabrizio Moro ha spesso raccontato di avere avuto tanta voglia di rivalsa in passato. Soprattutto da ragazzo. Ed oggi, che quella durezza si è ammorbidita e lascia spazio alla gratitudine per quello che ha, come i figli e la musica nel giorno di un nuovo traguardo: i suoi 47 anni.
Sei tu: la consapevolezza di un equilibrio, l’amore per i suoi figli
Il cantautore di origini calabresi, è tornato al Festival di Sanremo con un nuovo brano che prosegue quella poetica che ha sempre cantato. Sei tu mette da parte tutto quello che recava angoscia e dolore. Sentimenti che spesso entravano nelle sue canzoni, per lasciar spazio all’amore, finalmente a quell’amore che non lascia alcuna ferita. Sei tu è un brano più intimo e meno rabbioso con cui ha raggiunto il palco dell’Ariston da veterano e si è fatto amare tra le note che accompagnavano alcuni dei versi che rimangono, oggi, nella memoria:
Sei tu che dai origine a quello che penso
La distanza compresa fra me e l′Universo
Il motivo per cui la mia vita è cambiata
Sei tu che hai visto i miei sbagli ma non l’hai giudicata
La sua vita è diventata molto più felice da quando Libero e Anita di undici e nove anni fanno parte della suo quotidiano. Da quando ci sono i suoi figli, si sente più equilibrato. Un sentirsi amato nel modo più incondizionato possibile che gli dà forza in qualunque momento, anche quando è sulla soglia di un nuovo palco da calcare.
Quando Pensa gli ha cambiato la vita
Fabrizio Moro ha partecipato al Festival di Sanremo per la prima volta nel 2000 quando gareggiava con il brano Un giorno senza fine arrivando solo al tredicesimo posto. Solo dopo sette anni si è ripresentato sul palco del teatro Ariston con la canzone che lo avrebbe poi portato in cima al successo. Pensa, un brano dedicato alle vittime della mafia, lo ha portato a vincere nella categoria Giovani aggiudicandosi anche il Premio Mia Martini della Critica.
Proprio di recente, ai microfoni di Andrea Delogu nel programma Tonica, Fabrizio Moro ha parlato di quel brano che gli diede la possibilità di nutrirsi di fama e di rientrare nelle successive edizioni di Sanremo fra i più attesi Big. Pensa è un singolo che gli ha cambiato la vita, ma da un certo punto di visto l’ha resa anche pesante. “Quando poi ho scritto altre canzoni, però, quel pezzo ha cominciato a risultare molto pesante, perché non riuscivo a bissare quel successo, che mi ha letteralmente schiacciato”.
Solo grazie a Portami via (2017) come anche Non mi avete fatto niente (2018) al Festival insieme ad Ermal Meta – brano vincitore della 68esima edizione che si è conquistato l’accesso all’Eurovision Song Contest – Moro è riuscito a scrollarsi di dosso quel peso. E forse il suo Festival più bello è stato proprio quello: con quell’abbraccio tra Moro e Meta durante le esibizioni e per il gran finale, subito dopo la vittoria.
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