Il monopolio del dollaro: che cos’è? E perché Putin lo attacca?
Le possibili alternative al dollaro, la difesa del primato da parte degli USA, il commercio del greggio
Le guerre producono l’effetto immediato sullo scacchiere internazionale di rinsaldare o modificare totalmente i confini delle alleanze fra le nazioni. “L’effetto Ucraina” ha ribaltato posizioni storicamente neutrali come quelle della Finlandia e della Svezia, oggi probabilmente vicine all’adesione alla NATO. Ma non solo, il conflitto sta accelerando i tentativi da parte di altre potenze mondiali, capitanate da Russia e Cina, di sganciarsi dal modello dollaro-centrico.
Lo scontro assume sempre di più i connotati all’interno delle nazioni di una vera e propria prova di fedeltà: la scelta come in un banale divorzio è tra modello America-centrico e l’alternativa putiniana. Scelta di campo quest’ultima che include l’abbraccio con la Cina e che si propone a paesi come l’Arabia Saudita, Pakistan, India, in campo economico per colpire il monopolio a stelle e strisce.
Ma che cos’è il monopolio del dollaro di cui tanto sentiamo parlare in questi giorni? Perché Putin tenta di minarlo?
Cos’è il monopolio del dollaro?
Si sente spesso parlare del sistema “dollaro-centrico”. Come del tentativo di Putin di “minare il monopolio del dollaro”. Ma in che cosa consiste? Da più di settant’anni il dollaro è la prima moneta di riserva internazionale. Questo vuol dire che al pari dell’oro è concepito come un bene rifugio.
Detenere o farsi pagare in dollari significa assicurarsi un potere d’acquisto alto e stabile nel tempo. Ecco perché la maggior parte degli scambi monetari sui mercati finanziari avviene in dollari e le monete internazionali acquistano valore in riferimento al loro rapporto con il dollaro, che significa quindi potere d’acquisto. Il commercio del petrolio al livello globale è uno dei più importanti monopoli del dollaro USA. I paesi del cartello dell’OPEC vendendo il petrolio in dollari partecipano a rafforzare la moneta americana. Il potere d’acquisto di una moneta difatti, si calcola in base al volume dei suoi scambi. Più la moneta viene scambiata sui mercati più questa rimane forte e stabile.
America (always) first: la strenua difesa del primato del dollaro
Gli americani possiedono a tutt’ora il primato della loro moneta anche se la loro economia reale oggi non è più la più forte. Il riconoscimento a livello politico del dollaro come moneta di riserva internazionale gli garantisce dei flussi stabili da decenni. In parole povere a prescindere dalla loro bilancia dei pagamenti (il saldo tra import, export e debito) la loro moneta al livello globale non si deprezza tanto facilmente. Non a caso riferito a questo squilibrio gli analisti parlano oggi della bolla speculativa del dollaro.
Per capire quanto sia importante per gli Americani la supremazia e la difesa della loro moneta, basti pensare alla realtà ormai ben nota riguardo la crisi finanziaria del 2008. Si trattava della crisi dei debiti sovrani pubblici europei e venne innescata proprio dagli ambienti dell’alta finanza anglo-americana per screditare l’eurozona. C’è una serie TV Diavoli assai appassionante tratta dal romanzo di Breda sulla materia. L’euro infatti continuava a mantenersi stabile rispetto al dollaro che stava invece allora crollando a picco e rischiava di essere declassato. L’euro e il renminbi (la moneta cinese, n.d.r.) difatti sono gli unici papabili concorrenti del dollaro a livello globale. Putin pur avendo riconsegnato alla Russia un ruolo geopolitico di rilievo e il primato di seconda potenza militare, non possiede lontanamente un’economia tale e dunque una moneta tale da impensierire il monopolio USA.
L’alternativa al dollaro americano
Per indebolire il monopolio del dollaro il presidente russo deve puntare politicamente ad un’alleanza forte con una delle due monete alternative. L’effetto “monetario” della guerra in Ucraina è l’accelerazione della promozione russa del renminbi. Lo dimostrano i tentativi della Russia di smerciare petrolio in India con pagamento in rubli o renminbi. Senza contare della possibile apertura da parte dei sauditi per l’acquisto di petrolio da parte della Cina nella loro valuta.
Tentativi evidenti di affievolire il flusso di dollari a livello globale e indebolire il potere d’acquisto degli USA. Antipasto del possibile ordine mondiale post-conflitto? Per decenni abbiamo assistito ad un inconfutabile monopolio dollaro-centrico negli anni a venire assisteremo molto probabilmente a sempre più frequenti tentativi di frammentazione di questo potere. Che non per forza deve tradursi in una debacle dell’intero sistema occidentale.
Le relazioni pericolose dell’Eurozona
Esiste una reale alternativa al dollaro? Molti accademici europei hanno auspicato la creazione di una nuova moneta rifugio che comprendesse almeno le prime 3/4 economie del mondo. In questo modo la moneta di riserva avrebbe avuto come parametro economie diverse e non si sarebbe tradotta nel monopolio economico di uno stato solo. Ovviamente il conflitto in Ucraina spegne sul fronte occidentale ogni divisione interna. Il nemico è la Russia e parte di quei meccanismi storici che sottendono da 80 anni l’ordine mondiale attuale. Ma è evidente la nuova fase di cui la superpotenza cinese sarà portatrice: ora di penetrazione commerciale, domani magari anche valutaria. La Russia oggi sta solo minacciando di accelerarne il processo. L’America difenderà inevitabilmente il proprio primato. Che ruolo reciterà l’Eurozona: se ne ritaglierà uno suo forte, o rimarrà come il classico vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro? Come è apparsa spesso nelle relazioni diplomatiche in questo conflitto militare sul campo … europeo.
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