Renée Zellweger oltre “Bridget Jones”: 5 titoli con cui ci ha conquistati
Vincitrice di due Premi Oscar, l'interprete statunitense compie oggi 53 anni
È automatico associare il nome di Renée Zellweger a quello di Bridget Jones. Ma l’interprete statunitense vanta una pletora di titoli, nel corso di circa trent’anni di carriera. E oggi, in occasione del suo 53° compleanno, è opportuno celebrare la vasta duttilità dell’interprete statunitense.
È stata la compagna di Tom Cruise in Jerry Maguire, più recentemente Judy Garland e, in tempi non sospetti, perfino final girl in uno degli sequel – evitabili – di Non aprite quella porta. Tutti, però, conoscono Renée Zellweger principalmente per la sua impacciata, maldestra e inevitabilmente comica Bridget Jones. Contesa tra il gentleman Mark Darcy (Colin Firth) e il donnaiolo Daniel Cleaver (Hugh Grant), ha fatto sognare anche grazie ai suoi turbamenti, affidati alle pagine del diario che dà il titolo al primo capitolo della saga cinematografica: Il diario di Bridget Jones. Ma, una volta messi da parte i panni della giornalista londinese – e il suo accento inglese impeccabile – l’attrice statunitense ha regalato anche altre memorabili interpretazioni. Di seguito, ne abbiamo raccolte cinque, a nostro avviso, indimenticabili.
Cinque film per dimenticare Renée Zellweger come Bridget Jones
Vincitrice di due Premi Oscar, come Miglior Attrice Non Protagonista e Protagonista, nonché di quattro Golden Globe, a partire dagli Anni Duemila Renée Zellweger inizia a spaziare tra i generi, mostrando grande versatilità. Uno dei titoli che più hanno lasciato il segno, tuttavia, risale alla fine degli Anni Novanta, precisamente al 1998. Si tratta de La voce dell’amore (One True Thing, Carl Franklin).
Al fianco di Meryl Streep e del compianto William Hurt, ci ha emozionato in uno struggente dramma familiare nei panni di Ellen Gulden. Giornalista ambiziosa, si troverà a dover rinunciare alla propria carriera per prendersi cura della madre Kate (Streep), malata di cancro, con la quale cercherà di costruire quel rapporto che è sempre mancato nelle loro vite. Lontana dalle atmosfere inevitabilmente comiche – a lei più affini – di Bridget Jones, Renée Zellweger ci regala un’interpretazione drammatica di grande intensità, senza sfigurare accanto a due mostri sacri della settima arte.
Due anni più tardi, l’attrice statunitense torna nel proprio “campo di battaglia”: la commedia. L’occasione arriva grazie a Betty Love (Nurse Betty), di Neil LaBute. Presentato in concorso al 53° Festival di Cannes, ha ottenuto il premio per la Miglior Sceneggiatura, regalando a Zellweger il primo Golden Globe. Nell’insolito road movie comico, l’interprete è una cameriera di nome Betty, appassionata di soap opera e intrappolata in un matrimonio infelice. Si troverà catapultata in un’avventura improvvisa, tra killer alle sue calcagna e traffici di stupefacenti, che la porterà sino a un bar di Trastevere. Ironico, dissacrante, sopra le righe: una sorta di “banco di prova” per Bridget Jones, che però vive di vita propria.
Da Chicago a Judy: Zellweger ha “osato” anche con il musical
Era il 2002, Renée Zellweger vantava un Golden Globe e si era già calata nei panni di Bridget Jones: insomma, era una star a tutti gli effetti. Quindi, era arrivato il momento di alzare ulteriormente l’asticella: la trasposizione cinematografica del musical Chicago, di Rob Marshall, si muoveva su questa lunghezza d’onda. Nel ruolo principale di Roxie Hart ha esteso il suo raggio d’azione, cimentandosi anche nel canto e nel ballo. Il film le ha fatto ottenere il secondo Golden Globe e lo Screen Actors Guild Award , nonché una nuova nomination al Premio Oscar. Nonostante fosse pendente alla vittoria della statuetta d’oro, quell’anno vinse – giustamente- Nicole Kidman, con una Virginia Woolf da brividi per The Hours.
Renée Zellweger si rifece tuttavia per la mancata vittoria dell’Academy Award nell’edizione del 2004, grazie a Ritorno a Cold Mountain. Nonostante la sua rinomata propensione per il genere comico, l’attrice statunitense ha ottenuto l’ambito riconoscimento come Miglior Attrice Non Protagonista (oltre al terzo Golden Globe) proprio per il western drammatico, basato sull’omonimo romanzo di Charles Frazier. Ad oggi, una delle sue interpretazioni migliori, al fianco di Bridget Jones.
Tra il 2010 e il 2016, nonostante il successo, Renée Zellweger vive un periodo di lontananza dalle scene. In seguito decide di tornare, suscitando alcune polemiche per i presunti ritocchi. Nonostante i rumor sull’aspetto sensibilmente diverso, il suo talento rimane immutato e, anzi, dalla propria manica cala un ulteriore asso. Nel 2019 esce nelle sale Judy, che già nella proiezione al Toronto International Film Festival ha ottenuto una standing ovation senza precedenti. Nei panni di una Judy Garland sul viale del Tramonto, l’interprete ci ha letteralmente donato la performance della vita, ritraendo con forte carica emotiva (e la dovuta dignità) la celebre artista statunitense. Il film le vale un secondo Premio Oscar – unico come Miglior Attrice Protagonista – oltre al quarto Golden Globe e a una serie interminabile di altri riconoscimenti.
LEGGI ANCHE: “Le otto montagne”, Luca Marinelli e Alessandro Borghi a Cannes: cosa aspettarsi dal film