Continua a Mariupol, in Ucraina, l’evacuazione dei civili dalla città e dai bunker dell’acciaieria di Azovstal in particolare. Ed emergono nuovi aspetti all’origine della guerra che la Russia ha scatenato: l’Ungheria “sapeva” accusano da Kiev. Da Roma papa Francesco afferma: “Voglio incontrare Putin“.
È attesa per oggi 3 maggio la ripresa delle operazioni di evacuazione dei civili dalla città martire di Mariupol, nell’Ucraina del Sud. I primi fatti uscire dall’acciaieria Azovstal sono arrivati dopo un viaggio durato lunghe ore a Zaporizhzhia, nella tarda serata di ieri 2 maggio. “Si tratta – recita un comunicato – principalmente di donne, bambini e anziani, che ora avranno accesso a cure mediche, cibo, medicine e assistenza psicologica“. Ma ce ne sarebbero ancora 200 circa che attendono di uscire a rivedere il solo dopo due mesi di buio nei sotterranei dell’acciaieria.
Il Donbass sotto attacco
I russi continuano a bombardare senza sosta l’Ucraina. E non solo Mariupol. A Odessa hanno colpito una chiesa: un ragazzo di 15 anni è morto. Kiev teme che Mosca intensifichi pesantemente i bombardamenti nella regione di Lugansk, in pieno Donbass, in occasione del 9 maggio, il giorno in cui la Russia celebra la vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale. Lo afferma il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergii Gaidai, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Lo stesso giornale sostiene inoltre, citando Oleksiy Danilov, il capo del Consiglio di Sicurezza ucraino, che l’Ungheria sapeva della guerra prima che scoppiasse. Mosca avrebbe informato Budapest in anticipo della sua volontà di invadere l’Ucraina. Il primo febbraio Viktor Orbán si era recato in visita da Vladimir Putin. Successivamente le autorità ungheresi si sono pubblicamente opposte all’imposizione di sanzioni alla Russia.
Il Papa, Putin e l’Ucraina
Da Roma, intanto, papa Francesco torna a far sentire la sua voce contro la guerra in Ucraina. “Ho chiesto al cardinale Parolin (il Segretario di Stato, ndr.), dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca” dice il Pontefice intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. “Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?“. “A Kiev per ora non vado” spiega. “Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin“.
Draghi replica a Lavrov
E fanno ancora discutere le parole del ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov su Rete 4 alla trasmissione Zona Bianca il 1 maggio. Un “comizio“, lo definisce il premier Mario Draghi che ha parlato di concetti “aberranti“. “Il mondo deve opporsi a questa retorica vile e pericolosa e sostenere i nostri partner dell’Ucraina di fronte al feroce assalto del Cremlino“, scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken. La Russia ha “dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale“, afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo ultimo video-discorso, dopo i commenti di Lavrov secondo il quale Adolf Hitler aveva “sangue ebreo” (un falso storico) e “i più ardenti antisemiti sono di solito ebrei“.
“Una tale spinta antisemita da parte del suo ministro – afferma Zelensky, ripreso dai media internazionali – mostra che la Russia ha dimenticato tutte le lezioni della seconda guerra mondiale. O forse non hanno mai studiato quelle lezioni. C’è un grande scandalo in Israele riguardo alle parole“ di Lavrov, “tuttavia nessuno sente obiezioni o scuse da Mosca: c’è silenzio. Come si potrebbe dire questo – si chiede il leader dell’Ucraina – alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo? Queste parole significano che il massimo diplomatico russo sta incolpando il popolo ebreo per i crimini nazisti“.
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