Il celebre dipinto di Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, arriva a Firenze a Palazzo Vecchio in un’esposizione del tutto speciale. La grande tela realizzata tra 1898 e il 1902 si sposta dal Museo del Novecento di Milano in via del tutto eccezionale per ricordare anche le vicende storiche-artistiche del pittore, legate alla città toscana.
La tela realizzata da Pellizza da Volpedo si sposta dalla sua ‘dimora’ storica per approdare in Toscano a Palazzo Vecchio di Firenze dove sarà ospitata all’interno del Salone dei Cinquecento. Il Quarto Stato giunge in prestito dal Museo del Novecento di Milano, all’interno di un progetto con il Museo Novecento di Firenze e il Comune del capoluogo toscano.
Si tratta di una delle opere pittoriche più famose realizzate tra Ottocento e Novecento; il suo ‘approdo’ temporaneo in toscana rappresenta la celebrazione del legame storico-artistico di Pellizza da Volpedo con questa terra.
Il Quarto Stato eccezionalmente a Firenze
Un comunicato ufficiale annuncia l’arrivo de Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo presso Palazzo Vecchio a Firenze. La tela ha inaugurato la sua esposizione in occasione della Festa dei Lavorati, il Primo Maggio, che da sempre simboleggia. Il Comune di Firenze – Museo Novecento, grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, presenta il grande quadro all’interno del Salone dei Cinquecento; eccezionalmente concesso in prestito dal Museo del Novecento di Milano. Il progetto nasce dalla fruttuosa relazione tra le due città; già avviata in occasione della mostra dedicata alle Tre Pietà michelangiolesche in corso al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Come spiega ancora la nota che annuncia questo evento speciale, la presentazione della grande tela nella sede del governo della città, a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti, costituisce un’occasione unica per ammirare nel capoluogo toscano il capolavoro di Pellizza da Volpedo; il dipinto: “Irrompe con il suo profondo significato politico e sociale all’ interno dello scenario rinascimentale che adorna il monumentale Salone dei Cinquecento“. Non a caso la tela, che sarà esposta a Firenze fino al 30 giugno, ha visto la sua inaugurazione presso Palazzo Vecchio proprio il 1° Maggio.
La ‘storia’ del dipinto
Il Quarto Stato rappresenta: “Un archetipo figurativo conosciuto universalmente che esprime con potenza realistica ed espressiva il mondo del lavoro; richiamando tematiche legate alle lotte per i diritti e ai principi costituzionali“. La sua presenza straordinaria a Firenze trova anche una giustificazione storico-artistica; Pellizza da Volpedo, infatti, soggiornò in questa città, frequentando l’Accademia di Belle Arti, sotto l’insegnamento di Giovanni Fattori. Prima di arrivare alla versione iniziata nel 1898, Pellizza creò diverse versioni che ripropongono il tema; ma nell’ultima tela l’intento fu quello di immortalare il cammino dei lavoratori, rendendoli più monumentali e realistici portando in primo piano i personaggi.
Come spiega la nota, Il Quarto Stato è presentato al pubblico per la prima volta nel 1902 all’Esposizione internazionale di arte decorativa moderna di Torino; tuttavia l’opera non sembra essere compresa. Identificata come una scena di rivolta e sciopero è persino ripugnata dai benpensanti e dalle autorità politiche. Quello che riuscì ad intuirsi solo con il tempo è la potenza comunicativa di questo dipinto; esso rappresenta una risposta ai sanguinosi eventi milanesi del 1898 (quando, durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage); l’opera risente profondamente del socialismo umanitario ed evoluzionistico maturato nel tempo dall’artista. “La folla non è più ritratta in un momento di pacifica protesta, ma avanza sicura verso un futuro più sereno. Il quarto stato, cui fa riferimento il titolo, è la classe lavoratrice che viene rappresentata attraverso lo scenografico realismo“.
L’opera come simbolo
Con il tempo Il Quarto Stato è diventato iconico in molte manifestazioni del 1° Maggio, Festa Mondiale dei Lavoratori. Tanti gli omaggi concessi a questa tela, come (giusto per riportare un esempio emblematico) il lungo piano-sequenza posto a sfondo dei titoli di testa di Novecento di Bernardo Bertolucci (1974). Come si legge sulla nota che presenta l’esposizione del grande quadro di Pellizza da Volpedo a Palazzo Vecchio a Firenze: “L’opera si prefigge la comunicazione dell’urgenza dei contenuti anche attraverso una proiettiva e moderna tecnica esecutiva“.
“Ne Il Quarto Stato – conclude la nota – e nelle sue numerose versioni precedenti, la folla marcia verso un futuro di progresso e riscatto. Oggi, come allora, il messaggio di forza e speranza sprigionato dal capolavoro di Pellizza da Volpedo splende di luce nuova, all’insegna dei rinnovati valori di cooperazione e libertà“.
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