Entro le prossime 48 ore la Commissione Affari Esteri del Senato rinnoverà i suoi membri. Il presidente dell’organismo parlamentare, il pentastellato Vito Petrocelli, è finito nei giorni scorsi in una bufera politica per presunte posizioni filorusse e la Commissione è stata sciolta. 

A indicare la data di venerdì 13, dopodomani, quale termine ultimo per il ripristino della Commissione Esteri, tramite rinnovo dei suoi membri, è stata la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. La quale ha invitato i gruppi a “procedere alle designazioni di rispettiva competenza“. “Io la considero una vendetta politica per un senatore che legittimamente ha votato no all’invio delle armi in Ucraina è stata la reazione di Vito Petrocelli. Il senatore del Movimento Cinque Stelle ha così commentato la decisione della Giunta per il regolamento di Palazzo Madama di chiedere lo scioglimento dell’organismo parlamentare e il rinnovo dei suoi componenti.

Vito Petrocelli

La decisione è giunta dopo le dimissioni di 20 senatori in polemica con le posizioni assunte dal Petrocelli. Per altro i vertici del Movimento Cinque Stelle, a cominciare dal presidente Giuseppe Conte, hanno da tempo annunciato l’espulsione del senatore ma non ancora non l’hanno formalizzata.

Petrocelli: “Vendetta contro di me

Di fronte a tutto ciò Petrocelli si è detto “abbandonato” dal suo gruppo di appartenenza. “Perché credo di aver pensato di poter fare tutta la legislatura seguendo il programma” del M5S. Al tempo stesso, però, non ha escluso una sua uscita spontanea dai pentastellati. E ciò perché “nel frattempo – ha osservato – il gruppo incassa il contributo che gli spetta per ciascun senatore che ne fa parte“. Spiegando la presa di posizione contro di lui di “gran parte dei gruppi parlamentari“, il presidente destituito ha affermato che la “vendetta” si deve al fatto che questi sono “pericolosamente schierati su un fronte guerrafondaio“.

Il tweet con la Z degli invasori russi dell’Ucraina, goccia che ha fatto traboccare il vaso

Quanto alla sua intenzione di sollevare di fronte alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione per la decisione assunta dal Senato, “io vorrei farlo” ha dichiarato. “Ma sarà il mio esperto legale a consigliarmi se vale la pena fare un ricorso che non ha alcuna possibilità di essere esaminato. Quando il mio esperto legale valuterà le motivazioni della Giunta valuterà se farlo o meno“.