Ucraina, Svezia e Finlandia nella Nato: presentata la domanda di adesione
A Roma la premier di Helsinki, Sanna Marin: incontrerà Draghi, Letta e Conte
La guerra della Russia in Ucraina è giunta quasi al termine del terzo mese di combattimenti e la NATO reagisce allargando la sua sfera di influenza. Finlandia e Svezia, neutrali da sempre, hanno presentato le rispettive domande di adesione all’Alleanza atlantica.
Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg – che è norvegese – ha ricevuto gli ambasciatori dei due paesi scandinavi oggi 18 maggio. “Questo è un momento storico in un momento critico per la nostra sicurezza“, ha affermato Stoltenberg riferendosi alla guerra in Ucraina. “Speriamo di concludere rapidamente” il processo di adesione, ha aggiunto.
Il 17 maggio la ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, ha firmato la richiesta di adesione alla NATO parlando di “una cosa epocale, inevitabile“. Ed esprimendo la convinzione che sia stato fatto “ciò che ritengo sia il meglio per la Svezia“. “Sono felice che abbiamo intrapreso la stessa strada e che possiamo farlo insieme“, ha dichiarato la premier svedese, Magdalena Andersson, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese, Sauli Niinisto. Della guerra in Ucraina parlerà la premier della Finlandia, Sanna Marin, oggi 18 maggio a Roma. Incontrerà il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e poi, a un pranzo di lavoro, anche il segretario del PD, Enrico Letta, e il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte.
Domani giovedì 19 maggio, invece, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, accoglierà alla Casa Bianca la premier svedese Magdalena Andersson ed il presidente finlandese Sauli Niinisto. I tre leader “discuteranno delle richieste di adesione di Svezia e Finlandia alla NATO, della sicurezza europea e del rafforzamento della nostra partnership su temi globali e sul sostegno all’Ucraina“. Lo ha annunciato in una nota la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.
Ucraina, la situazione a Mariupol
In Ucraina la NATO non sta combattendo ma sta incrementando il flusso di armamenti di ogni genere a favore del Governo di Kiev. L’attenzione di tutti è sull’acciaieria Azovstal di Mariupol. Malgrado l’evacuazione dei primi soldati feriti, dopo i civili, ci sono ancora molte persone asserragliate nei bunker e nei cunicoli sotterranei. “Continuiamo a negoziare per farle uscire da lì” ha dichiarato alla Bbc la viceministra della Difesa ucraino, Hanna Maliar. L’Ucraina riterrà conclusa l’operazione di salvataggio solo quando tutti i difensori di Mariupol saranno fuori, nei territori sotto il controllo ucraino. L’Oms, intanto, lancia l’allarme sulla città portuale, che rischia un’epidemia di colera.
Azovstal, lite sulla parola “resa“
Mosca, dal canto suo, ha fatto sapere che vuole processare per crimini di guerra alcune delle persone prelevate dall’acciaieria. Ma si tratterebbe di “propaganda interna della Russia“, ha affermato Maliar. Si sono arresi, ieri 17 maggio, 250 combattenti ucraini. La Russia ha pubblicato il video della resa, ma Kiev parla dell’evacuazione come una “operazione umanitaria“. Putin ha affermato che i soldati che hanno difeso l’acciaieria riceveranno un trattamento “in linea con le leggi internazionali“. Il Governo ucraino ha prospettato l’ipotesi di uno scambio di prigionieri.