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Francia, una donna al ministero degli Esteri: chi è Catherine Colonna

Di origini familiari corse, 66 anni, è stata ambasciatrice in Italia. Macron rafforza l'asse con Roma

Rivoluzione al femminile nel nuovo Governo della Francia. Rieletto, Macron ha nominato prima la nuova premier, Elisabeth Borne, e ora la nuova ministra degli Esteri. Si tratta di Catherine Colonna, ex ambasciatrice in Italia.

Dopo la casella di capo del Governo, che una donna non occupava da trent’anni (il precedente fu di Édith Cresson 1991-1992), un’altra donna occuperà una casella centrale. E cioè il Quay d’Orsay (sede del ministero degli Esteri). Si tratta di Catherine Colonna, 66 anni, ex ambasciatrice in Italia dal 2014 al 2017 e attualmente ambasciatrice a Londra. Siederà sulla prestigiosa poltrona al posto di Jean-Yves Le Drian.

Catherine Colonna

Colonna in passato è stata anche la portavoce del presidente Jacques Chirac per ben 9 anni: un record. È la seconda donna a ricoprire l’incarico di ministro degli Esteri in Francia dopo la breve esperienza di Michele Alliot-Marie nel 2010. Rimangono al loro posto nel nuovo governo di Elisabeth Borne, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire e quello dell’Interno, Gérald Darmanin. Ma anche quello della Giustizia, Eric Dupond-Moretti.

Alla scuola dei diplomatici di Francia

Catherine Colonna è nata nell’ovest del paese, a Tours. Una città che è punto di partenza per visitare uno dei luoghi più famosi di Francia: la Valle della Loira con i suoi castelli. È figlia di un contadino di origini corse e si è formata a Touraine e a Parigi. Dopo aver studiato giurisprudenza e aver conseguito una laurea in diritto pubblico all’Università di Tours, ha conseguito una laurea presso l’Istituto di studi politici di Parigi. Quindi è entrata a far parte dell’École nationale d’administration, l’Ena, il luogo di formazione per tutti i gran commis dello Stato francese. Dopo aver lasciato l’Ena nel 1983, ha scelto la carriera diplomatica.

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La prima ministra Elisabeth Borne, 61 anni

È stata ambasciatrice di Francia all’Unesco, in Italia, all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ma anche ministra degli Affari europei fra il 2005 e il 2007 sotto il Governo di Dominique de Villepin. È un’esponente dei Republicains, partito fondato da Nicolas Sarkozy, erede dei neo gollisti storici di Jacques Chirac. Lo scorso 14 aprile, primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, la candidata dei Republicains, Valérie Pécresse, ha ricevuto meno del 5% dei suffragi.

Tuttavia Catherine Colonna, siederà d’ora in avanti al Quay d’Orsay. La scelta di nominare la politica di origine corsa agli Esteri appare dovuta al grande apprezzamento che Colonna, da veterana della diplomazia, ha sempre ricevuto dai governanti della Francia. Ma forse anche a un nuovo orientamento che sta emergendo all’orizzonte della politica presidenziale di Emmanuel Macron.

Il senso della nomina di Colonna

Come è noto, il presidente francese, in quanto capo di turno dell’Unione europea, si è fatto portavoce di una nuova, più dialogante linea politico-diplomatica verso la Russia per indurre Mosca al cessate il fuoco. Dopo la sua rielezione e prima di nominare Elisabeth Borne a capo di Matignon, Macron ha replicato a Putin chiedendo una “tregua” in Ucraina e invocando la necessità di una “pace” “senza umiliare” la Russia in evidente difficoltà sul terreno, a 3 mesi dall’aggressione che ha sferrato a Kiev. Si tratta di una linea meno schiacciata su NATO e Stati Uniti, che anche il premier italiano, Mario Draghi, ha – nella sostanza – ribadito al presidente Usa, Joe Biden. Secondo alcuni osservatori l’asse Parigi-Roma si sta rafforzando in chiave Ue e la nomina dell’ex ambasciatrice a Roma, Catherine Colonna, a guida politica della diplomazia di Parigi può indicare una conferma di questo orientamento.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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