Angelus 12 giugno, dopo la preghiera Papa Francesco si scusa con l’Africa
In occasione della riflessione domenicale il Santo Padre torna a parlare del mancato viaggio apostolico in in Congo e Sud Sudan
Domenica 12 giugno, al termine della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco chiede scusa ai paesi del Congo e Sud Sud Sudan che hanno visto rimandato il viaggio apostolico del Pontefice. Dopo aver dedicato la sua riflessione alla Santissima Trinità, il Santo Padre torna a parlare anche dell’Ucraina, chiedendo a tutti di non abituarsi alla guerra.
La riflessione di domenica 12 giugno si incentra sulla ricorrenza odierna in cui si celebra la Santissima Trinità; in questa occasione Papa Francesco parla del rapporto tra Padre, Figlio e Spirito Santo e del loro legame con tutti i fedeli in Cristo.
Al termine della preghiera dell’Angelus il Santo Padre si rivolge ai paesi africani e chiede loro scusa, in quanto si è trovato costretto a rimandare il suo viaggio apostolico previsto per i primi di luglio. Il Pontefice rivolge, inoltre, il suo pensiero all’Ucraina, per la quale continua a pregare ogni giorno.
La “generosità aperta” della Santissima Trinità
La seconda domenica di giugno, dopo la festa di Pentecoste (celebrata la scorsa domenica 5 giugno), in Piazza San Pietro si torna a recitare la preghiera dell’Angelus, che si sostituisce al Regina Coeli pregato in tempo di Pasqua. In questa occasione, Papa Francesco incentra la sua riflessione sul Vangelo odierno e sulla ricorrenza che celebra la Santissima Trinità. In questa Solennità, come spiega il Santo Padre, Gesù presenta le altre due ‘persone’: il Padre e lo Spirito Santo; “Dello Spirito dice: non parlerà da sé stesso ma prenderà quel che è mio e ve lo annuncerà. E poi, al proposito del Padre, dice: tutto quello che il Padre possiede è mio“. Con queste parole il Pontefice vuole invitare a riflettere su come né lo Spirito, né il Padre parlino e facciano per sé stessi, ma per gli altri. Da questo nasce un profondo insegnamento per la Chiesa Cattolica; ovvero la missione di dare, condividere, donare ai fratelli.
“Non siamo isole” ci ricorda il Santo Padre, volendo sottolineare l’importanza e, insieme, la bellezza di agire per un bene comune; di vivere nella fratellanza e nel bene reciproco. “Il Padre che tutto possiede, non da a sé stesso“, Egli si dona e dona tutto; allo stesso modo lo Spirito, che è fonte di vita, non parla di sé stesso, ma parla di Gesù. “Una generosità aperta“, sottolinea Papa Francesco, in cui ognuno è aperto all’altro. Ed in questo contesto Papa Francesco ricorda che festeggiare la Santissima Trinità non ha un valoro esclusivamente teologico; questa Solennità rappresenta piuttosto una “rivoluzione” del modo di vivere. Ossia imparare a dare e donare ed essere fratelli nel concreto, con i gesti di ogni giorno. “Dio – evidenzia ancora il Pontefice – ci invita a vivere con gli altri e per gli altri“. Non è un invito a trasmettere la fede attraverso i libri, ma attraverso la testimonianza di vita; perché amare non è solo fare del bene, ma “Accogliere e fare posto agli altri“.
Papa Francesco: viaggio apostolico in Africa e Ucraina
Dopo aver recitato la preghiera dell’Angelus e aver concesso la sua santa benedizione, Papa Francesco si rivolge alle popolazioni e alle autorità della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan; il Pontefice mostra il suo “estremo dispiacere” per aver dovuto rimandare il viaggio apostolico in Africa, programmato per i primi giorni di luglio, a causa dei problemi al ginocchio. “Provo davvero un grande rammarico per aver dovuto rinviare questo viaggio, a cui tengo moltissimo. Vi chiedo scusa per questo. Preghiamo insieme perché, con l’aiuto di Dio e le cure mediche, io possa venire tra voi al più presto. Siamo fiduciosi“.
E dopo aver ricordato la ricorrenza odierna della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile ed espresso la sua preghiera affinché questa pratica drammatica che “ci interpella tutti” sia abolita, Papa Francesco rivolge ancora una volta il suo pensiero all’Ucraina. “È sempre vivo nel mio cuore il pensiero per la popolazione ucraina afflitta dalla guerra. Il tempo che passa non raffreddi il nostro dolore e la nostra preoccupazione per quella gente martoriata. Per favore, non abituiamoci a questa tragica realtà“. E con questa esortazione il Santo Padre, prima di congedarsi, chiede di continuare a pregare e lottare per la pace.
Love not only means that we wish others well or that we are good to others, but first and foremost, at the root, that we welcome others, make room for others, make space for others.
— Pope Francis (@Pontifex) June 12, 2022